Torna la nostra selezione di mostre imperdibili che inaugurano a New York. Ecco cosa abbiamo pensato per voi per il mese di aprile:
1. Guadalupe Maravilla: Tierra Blanca Joven, Guadalupe Maravilla al Brooklyn Museum
Dall’8 aprile
16 $
Il Brooklyn Museum presenta Guadalupe Maravilla: Tierra Blanca Joven, dedicata all’artista Guadalupe Maravilla (1976). Originario di El Salvador, Maravilla racconta la sua personale storia di migrazione e malattia, la stessa di molte altre persone che, senza documenti, devono affrontare il lungo percorso di guarigione dal cancro. Emigrato negli Stati Uniti negli anni ’80, dopo essere guarito nel 2010 l’artista si è dedicato alla scoperta di antiche pratiche di guarigione naturale, come l’uso di vibrazioni sonore. Tierra Blanca Joven introduce diversi lavori di Maravilla, come sculture, dipinti e opere sonore, insieme a uno spazio dedicato allo scambio e alla cura collettiva; ad accompagnare questi pezzi, anche una selezione di opere Maya dalla collezione permanente del museo. Il titolo fa riferimento a un evento accaduto a El Salvador nel V secolo d.C., quando il vulcano Tierra Blanca Joven ha costretto il popolo Maya a spostarsi dalla regione, ritrovando analogie con la migrazione dovuta alla guerra civile degli anni ’70 e alla situazione politica e sociale odierna, che hanno costretto migliaia di cittadini alla fuga dal paese.
2. Whitney Biennale al Whitney Museum of American Art
Dal 6 aprile
25 $
Nata nel 1932 grazie a Gertrude Vanderbilt Whitney, la Whitney Biennale torna nella sua nuova edizione, dal titolo Quiet as It’s Kept. Negli anni oltre 3600 artisti sono stati invitati a partecipare. Tra i nomi dell’edizione 2022, ospitata nel bellissimo edificio progettato da Renzo Piano nel Meatpacking District, Ralph Lemon, Lisa Alvarado, Nayland Blake, Rick Lowe, Woody De Othello, Yto Barrada e Terence Nance.
3. Winslow Homer: Crosscurrents, Winslow Homer al Metropolitan Museum of Art
Dall’11 aprile
25 $
Crosscurrents al MET Museum riconsidera il lavoro dell’artista americano Winslow Homer (1836-1910) attraverso la lente del conflitto, tema primario nella sua arte, a partire dalle immagini della Guerra Civile americana. 88 opere tra oli e acquerelli, tra cui scene di battaglie, salvataggi e monumentali paesaggi marini ruotano intorno a La Corrente del Golfo, dipinto centrale che rivela il suo impegno verso temi con la razza, l’ambiente e la geopolitica.
4. govern me harder, Nora Turato da 52 Walker
Dal 9 aprile
Ingresso gratuito
Nel nuovo spazio di 52 Walker diretto da Ebony L. Haynes, David Zwirner presenta govern me harder, dell’artista croata Nora Turato (1991). Il concetto di testo è al centro di tutta la sua produzione, che abbraccia lavori murali, performance, video e graphic design; dopo la performance di marzo pool 5 al MoMa, Turato presenta qui una serie di pannelli smaltati, un murale site-specific e un nuovo originale font.
5. Raphael Montañez Ortiz: A Contextual Retrospective, Raphael Montañez Ortiz a El Museo del Barrio
Dal 14 aprile
9 $
El Museo del Barrio, istituzione museale rivolta all’arte latinoamericana e caraibica, nasce nel 1969 per volere dell’artista Raphael Montañez Ortiz (1934). A lui è dedicata il grande progetto Raphael Montañez Ortiz: A Contextual Retrospective, a cura di Rodrigo Moura e Julieta González. La mostra attraversa diversi anni della sua produzione, dai primi anni ’20 agli anni ’50, attraverso documenti, installazioni, fotografie, film e assemblaggi, testimoniando la vita e poetica di una delle figure centrali dell’arte americana del dopoguerra, nonchè grande protagonista del dibattito culturale contemporaneo sulle questioni di decolonizzazione ed etnocentrismo.
6. King Pleasure, Jean-Michel Basquiat a Starrett-Lehigh, Chelsea
Dal 9 aprile
35$
A cura della famiglia dell’artista, King Pleasure riunisce oltre 200 opere inedite, tra disegni, manufatti e dipinti, proponendo uno spaccato della breve e tormentata vita di Jean-Michel Basquat (1960-1988) da una prospettiva intima e meno accademica. Figura chiave nella storia dell’arte contemporanea, Basquiat ha trasformato il modo stesso di fare arte, esplorando fenomeni culturali multiformi, come la musica, la cultura pop, la letteratura. Il titolo deriva da un dipinto del 1987, ispirato dal nome di un cantante jazz, la cui canzone Moody’s Mood For Love è stata una delle preferite dell’artista e di suo padre Gerard.
7. Rosa Barba: Drawing the Infinite, Rosa Barba da Luhring Augustine
Dal 7 aprile
Ingresso gratuito
L’italiana Rosa Barba (1972) porta due installazioni cinematografiche e una selezione di opere scultoree nella sede di Tribeca di Luhring Augustine. Con Drawing the Infinite Barba, tramite il mezzo cinematografico, sfida la linearità della presentazione della conoscenza, rimodellando e rappresentando immagini scientifiche, astronomiche e geologiche provenienti da archivi culturali. Decontestualizzando le informazioni, riflette sul modo in cui esse vengono elaborate e presentate alla società.