David Hockney, L’arrivo della primavera, Normandia, 2020. In libreria un volume con la serie dei dipinti digitali realizzati in pandemia
Cosa fa un artista durante un lockdown? Crea. David Hockney: The Arrival of Spring, Normandy, 2020 è una serie di opere nata durante la pandemia, realizzata dall’artista britannico (classe 1937, fate voi i conti) su iPad ed esposta a Londra in una mostra alla Royal Academy of Arts. Ora arriva in libreria un volume (edizioni Ippocampo) che raccoglie tutti questi dipinti digitali, con un’introduzione di William Boyd, autore di romanzi come Brazzaville Beach e Come neve al sole, e una conversazione tra Hockney e Edith Devaney, curatrice dei Contemporary Projects alla Royal Academy of Arts.
Con L’arrivo della primavera, Normandia Hockney realizza un corpus di opere pensate come pittura su schermo, dimostrando la sua padronanza tecnica anche in un medium diversi da quelli tradizionali, mettendo in risalto come la tecnologia può essere al servizio dei supporti classici, per spingere la poetica di un artista contemporaneo già storicizzato verso una pagina completamente nuova.
Hockney in pandemia torna su un soggetto che aveva già affrontato in passato, nel 2021, con la serie dedicata alla primavera nello Yorkshire, 52 disegni realizzati per la prima volta dall’artista in digitale, con Brushes, l’app per iPad. Una produzione rapida, estemporanea, al ritmo della primavera stessa, improvvisa, placida ma inarrestabile come la marea. Dal suo studio in Normandia sono nate 116 immagini di pura vita che immortalano lo spirito della primavera, stagione di rinascita, di rigenerazione.
«Per illustrare l’arrivo della primavera bisogna partire dell’inverno e lambire l’inizio dell’estate, solo così si colgono tutti gli infiniti cambiamenti che avvengono in ogni albero» ha raccontato Hockney. Ci sono ciliegi in fiore, tramonti, stagni, boschi, giardini e aiuole, ma anche limpidissimi notturni con luna piena, cieli nuvolosi e giornate piovose, una vera e propria indagine sulla natura che brulica.
In queste opere emerge lo sguardo di un artista ancora entusiasta per il mondo che lo circonda, per l’energia che lo pervade e da cui si fa contaminare: «non possono cancellare la primavera», ha spiegato, mentre il mondo era costretto a bloccarsi per la prima volta a causa di una pandemia. Sfogliando le pagine di questo si resta colpiti dall’energia quasi infantile con cui la stagione della fioritura è stata ritratta, immortalata nella profondità del suo spirito mutevole ma sempre gioioso, terso e, sì, anche romantico.
Questa serie di dipinti digitali si configura così come un diario, come un racconto, come la testimonianza dell’occhio di un artista sempre curioso, in una gloriosa galleria di immagini limpide e “profumate”, in bilico tra la pittura di Matisse e il cinema di Rohmer, la natura prende posto al centro della tela (virtuale e non) come elemento salvifico, ignara della presenza dell’uomo, che può solo guardare da dietro le quinte, spiandola come di nascosto, con riverenza e in silenzio, lasciando spazio a un linguaggio millenario che sa rinnovarsi stagione dopo stagione.