Mentre la mostra Valerio Adami. Immagine e pensiero della Dep Art Gallery di Milano volge al termine (14 aprile), l’attenzione alla poetica (e al mercato) dell’artista torna nuovamente all’attenzione del pubblico e dei collezionisti.
Merito certamente di un’esposizione (qui il nostro racconto) che ha riportato in Italia uno dei suoi esponenti pittorici più significativi. 48 le opere presenti in galleria. Lavori di piccole, medie e grandi dimensioni che coprono un arco temporale ampio, dagli anni Settanta fino ai giorni nostri. Adami infatti, nel suo studio di Parigi, città dove vive, continua tutt’ora la sua inesausta attività pittorica.
Sempre con il suo stile netto, tagliente, sincopato, spesso. Dai colori vivaci, i quali dilagano in modo uniforme, piatto, abbacinante, privi di striature che increspino una superficie calma e indistruttibile. Il risultato è un’immediatezza bidimensionale che definisce in modo marcato lo stile di Adami. Esso si esalta, più nello specifico, nei parallelismi e nell’inversione di forme e cromie, nella ricerca dell’armonia o nel suo rifiuto, nella costruzione del rimando e nella fabbricazione di un ritmo visivo. Le immagini si rincorrono, si sovrappongono, si spingono via per poi riagganciarsi.
Queste sono solo alcune delle suggestioni poetiche racchiuse nella sua arte, stratificatasi sulle basi (destinate ad essere sintetizzate e superate) delle altre istanze del tempo. Suggestioni con cui Adami è venuto a contatto durante i suoi continui viaggi. Venezia, Milano, Parigi, Londra, New York. Non c’è confine geografico o artistico nella vita del pittore, che negli anni si muove da un’espressionismo dai toni “goyeschi e kokoschkiani” – come scrive Enrico Crispolti – al linguaggio moderno d’ascendenza Pop. Non privo di influenze cubiste e surrealiste, il pittore delinea il suo stile unico e riconoscibile.
Decisiva la scelta di “scelta di semplificare l’immagine delineando ampie campiture entro contorni sempre più marcati”. L’approccio quasi stilizzato lo avvicina a quell’arte del fumetto cara, per esempio, a Roy Lichtenstein; faro della Pop Art americana a cui il pittore si avvicina senza abbracciarla totalmente. E ancora la compattezza degli elementi, sigillati gli uni con gli altri in un incastro calibrato. Come tasselli di un mosaico ogni blocco è indispensabile alla visione finale. Nella loro eterogeneità nessun dettaglio è sacrificabile, tutti partecipano a una composizione dalla natura molteplice e plurale.
La complessità e la vastità della sua opera, unite ad alcune problematiche sorte nella datazione delle opere più recenti, hanno portato Dep Art a realizzare un catalogo capace di fare ordine nella cinquantennale carriera di Adami. Al suo interno troviamo documentata l’ultima mostra milanese, un saggio del curatore Gianluca Ranzi, una dettagliata biografia di Adami, apparati documentali e un resoconto preciso delle mostre che l’hanno visto protagonista negli anni.
Elenco destinato ad aggiornarsi con la grande esposizione che la Galerie Daniel Templon di Parigi – inaugurazione il 14 maggio 2022 – dedica ad Adami. L’ennesima vetrina internazionale che consacra, una volta di più, la sua figura di artista di riferimento di un’intera linea poetica. Come se non bastasse la sua presenza in importanti collezioni private e pubbliche come il Centre Georges Pompidou, Parigi; il Nouveau Musée National de Monaco (Montecarlo); il Museum of Art, Tel Aviv; il Museo d’Arte Moderna, Roma; il Museo del 900, Milano; il MoMA di New York.
Anche sul fronte mercato l’attenzione è sempre stata elevata, e soprattutto in continua crescita. Ogni anno sono circa 100-130 i lotti dell’artista che passano all’asta, con un fatturato che sfiora il milione di euro. Secondo Artprice € 100 investiti nel 2000 varrebbero oggi € 156. Una crescita costante, come detto, che nel solo 2021 vale un incremento di valore del 4.7%. D’altra parte il suo 2022 attende ancora il boost definitivo. Sono solo 30 i lotti passati all’incanto fino ad ora, mentre nel 2021 si era raggiunto il picco con 138. Di certo le mostre di Milano e Parigi hanno contribuito ad accrescere l’attenzione verso il pittore. Il quale può comunque vantare ottimi prezzi sul mercato primario, dove una sua opere può arrivare a valere € 110.000.
Quasi il doppio, invece, il record in asta. Le Vasche da Bagno è stata venduta, nel 2014, a € 317,280 dalla casa d’aste Versailles Encheres S.A.R.L. Un risultato che potrebbe aggiornarsi presto.