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Un paesaggio invernale di Claude Monet da 25 milioni passa in asta da Christie’s

CLAUDE MONET (1840-1926) La Mare, effet de neige signed and dated ‘Claude Monet 75’ (lower left) Painted in Argenteuil in 1874-1875 Estimate: $18 million – 25 million CLAUDE MONET (1840-1926) La Mare, effet de neige signed and dated ‘Claude Monet 75’ (lower left) Painted in Argenteuil in 1874-1875 Estimate: $18 million – 25 million
CLAUDE MONET (1840-1926) La Mare, effet de neige signed and dated ‘Claude Monet 75’ (lower left) Painted in Argenteuil in 1874-1875 Estimate: $18 million – 25 million
CLAUDE MONET, La Mare, effet de neige, firmato e datata ‘Claude Monet 75’ (in basso a sinistra). Stima: $18 milioni – 25 milioni
Christie’s porta in asta una grande opera di Claude Monet. La Mare, effet de neige (stima: $ 18 milioni – 25 milioni) è una delle opere protagoniste della 20th Century Evening Sale, in programma il 12 maggio 2022 a New York.

Un dipinto che affonda nella storia dell’Impressionismo. La Mare, effet de neige faceva parte della selezione delle tele di Monet in mostra alla Quarta Esposizione Impressionista nel 1879. L’opera non è mai apparsa sul mercato, essendo stata conservata nella stessa collezione privata per oltre 70 anni.

Claude Monet dipinse La Mare, effet de neige ad Argenteuil nell’inverno del 1874-1875. Il paesaggio etereo è immerso in tonalità blu e bianche, circondato da case con tetti spolverati di neve. Tre figure si stagliano tra gli alberi prendendosi parte della scena. L’opera è avvolta in un’atmosfera luminosa, la quale pare sfumare e farsi sfuggente nelle pennellate libere dell’artista.

La Mare, effet de neige è stato venduto pochi mesi dopo la sua esecuzione, in asta all’Hôtel Drouot di Parigi. Monet organizzò questa vendita con altri pittori impressionisti – Berthe Morisot, Pierre-Auguste Renoir e Alfred Sisley – dopo la scarsa accoglienza critica della prima mostra impressionista nel 1874. Nell’occasione Paul Durand-Ruel, mercante d’arte che diventerà il primo sponsor degli impressionisti, acquistò 18 delle 73 opere offerte, tra cui La Mare, effet de neige di Monet.

L’opera fu poi esposta pubblicamente per la prima volta, quattro anni dopo il suo completamento, alla Quarta Mostra Impressionista. Inizialmente Monet non voleva prendere parte alla mostra, fu Gustave Caillebotte a convincerlo a unirsi. Partecipò con ventinove opere, tre delle quali erano paesaggi invernali di Argenteuil, tra cui La Mare, effet de neige. Un articolo del 1879 su Le Siècle si riferiva alla sala dove erano esposte le sue opere scrivendo che “l’ultima stanza appartiene ai sommi sacerdoti dell’Impressionismo“. Ne goderono in tanti, tra critici e appassionati, ma non Monet, che per ragioni non definite non visitò mai la mostra.

Durand-Ruel conservò il dipinto almeno fino al 1879. Nel 1893, l’opera entrò a fare parte della collezione di Henri Vever, uno dei più importanti designer di gioielli della Francia fin-de-siècle, oltre che grande collezionista di stampe giapponesi e opere impressioniste. Nel 1898, il dipinto è segnalato invece nella collezione Holthuse, ad Amburgo, in Germania.

Torna ad essere documentato all’inizio degli anni ’30, quando presenziava nella raccolta dell’industriale tedesco Richard Semmel, che viveva a Berlino con sua moglie, Clara Cäcilie. Quando il governo nazionalsocialista salì al potere, i Semmel furono presi di mira per le loro origini ebraiche e il sostegno di Richard al Partito Democratico Tedesco. Dopo aver lasciato Berlino direzione Amsterdam nel 1933, Richard mise in vendita la sua collezione d’arte con alterne fortune. Poco prima dell’occupazione dei Paesi Bassi, i Semmel fuggirono di nuovo a New York disperdendo parte della loro collezione. Tra cui La Mare, effet de neige. Da questo momento in poi la tela è rimasta nella stessa collezione, probabilmente quella del francese Philip Leary, senza più passare di mano.

Per questo il Dipartimento Restituzioni di Christie’s si è impegnato per ricostruire la provenienza dell’opera, assicurandosi che anche gli eredi del legittimo proprietario ottengano un riconoscimento dalla vendita. Ma dal momento che Semmel non ebbe figli, l’erede più vicino è da considerarsi l’amica di famiglia Grete Gross-Eisenstädt, deceduta nel 1958. Saranno i suoi eredi a giovare del passaggio in asta di quest’opera a lungo dimenticata.

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