Con un solo-show Matteo Procaccioli Della Valle sarà protagonista al MIA 2022 (dal 27 aprile al 1 maggio 2022) alla galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea
La conoscenza e la valorizzazione del percorso di questo artista ha avuto il suo esordio a marzo nella mostra/evento con la bella presentazione di un’ampia selezione delle sue Polaroid e del suo libro Private. Polaroid 2012-2022, la prima pubblicazione monografica dell’autore che raccoglie oltre 170 immagini a cura di Benedetta Donato.
“PRIVATE diventa uno snodo fondamentale per raccordare le diverse strade intrecciate, in un percorso lungo dieci anni di ricerche. Deviazioni per riscoprire oggetti abbandonati o luoghi dimenticati che, grazie a queste fotografie, vengono riattivate come memorie sottese, in grado di riposizionarsi, convivere con il presente ed essere condivise in questo preciso momento”, scrive la curatrice nel testo del volume realizzato in una prima edizione limitata.
In occasione dell’evento Matteo Procaccioli Della Valle ha parlato del suo approccio nell’arte fotografica. Perché le Polaroid?
È una passione che avevo fin da ragazzino prima di intraprendere il percorso artistico. L’ho sempre considerato un mezzo molto veloce, molto intuitivo per approcciarsi al mondo della fotografia. Ho iniziato con un’altra attrezzatura ma ritengo che sì, l’attrezzatura è importante, ma non quanto l’occhio, lo sguardo e l’idea che ci sono dietro. Le Polaroid in questo caso sono state fondamentali perché fungevano da diario nei miei viaggi. Io non scrivevo, perché scrivevo direttamene nelle Polaroid, prendevo degli appunti, le disegnavo, erano degli studi preparatori che servivano poi a sviluppare quella che è la mia produzione attuale in medio e grande formato. E sono stato un passaggio fondamentale. Senza di loro non ci sarebbe stato un racconto”. La consapevolezza di una passione e il desiderio di usare l’espressione dell’arte fotografica per esprimerla viaggiano di pari passo.
“Il 2012 segna il vero inizio della mia carriera artistica quando decisi di fare le cose seriamente, dedicarci del tempo e portarla avanti. Ed è a tutti gli effetti un lavoro. Va in parallelo con la mia attività, cioè la direzione creativa, l’advertising, la pubblicità per diversi marchi, dal gruppo Tod’s ad altri marchi italiani e internazionali. E se nella moda c’è dell’arte, così nell’arte c’è un po’ di moda, sono dei mondi equidistanti ma che parlano l’uno all’altro”.
La difficoltà nel reperire le pellicole Polaroid per Matteo Procaccioli Della Valle non hanno rappresentato un ostacolo. “Era un mondo scomparso quello delle Polaroid. All’inizio un po’ problematico, quello che si trovava era poco e anche a volte scaduto ma permetteva di giocare e avere questa magia che proprio la pellicola vecchia, non più in uso ti dava e in questi dieci anni ci sono stati vari cambiamenti anche a livello di produzione di pellicole ed è visibile anche nei miei lavori perché alcune pellicole sono totalmente diverse a livello di cromie e di manipolazione rispetto ad altre prodotte sempre dalla stessa casa ma con chimiche differenti. Devo aggiungere che poi l’attesa, quei dieci secondi di sviluppo, arrivando poi dall’analogico, è una sensazione che ancora oggi mi emoziona.”
E come sempre si scopre un gran lavoro “dietro le quinte” della produzione. “Non intervengo moltissimo per una questione di pulizia dell’immagine ma preferisco intervenire manualmente con degli smalti, con dei solventi, una costante che è rimasta nella mia produzione attuale. I miei lavori hanno una doppia fase di post produzione, in fase di stampa, dove io intervengo sulla carta e poi in fase digitale quando il lavoro è finito e viene riscattato e vado a intervenire con gli ultimi ritocchi al computer”.
E se PRIVATE è articolato in 10 diverse sezioni “abbiamo ricreato delle macro aree tematiche dove raggruppiamo all’interno di esse soggetti o contesti che possano parlare la stessa lingua”, Matteo Procaccioli Della Valle sottolinea come: “La Polaroid è in realtà il mio taccuino quotidiano, una produzione più di cuore che di testa”. Il suo interesse primario e il suo occhio guardano al paesaggio urbano e alle architetture.
Un esempio è il Museo della Permanente del 2014 quando partecipa al progetto intitolato MICROCITIES, “tutte vedute aeree, durante i miei viaggi per esorcizzare la paura del volo. E da lì feci un progetto internazionale in varie città del mondo”.
E sarà proprio la galleria Raffaella De Chirico al MIA a mettere in scena la narrazione del suo lavoro artistico. Con una selezione di Polaroid con al centro la figura umana e con un focus sulle architetture ipercontemporanee o antiche. Da URBAN HIVES, progetto dedicato alle megalopoli densamente abitate e alle conseguenze architettoniche e umane della sovrappopolazione a MICROCITIES, le vedute architettoniche dall’alto che diventano non luoghi per i quali l’artista volutamente non fornisce specifiche coordinate. E poi VESTIGES dove l’artista rende omaggio alla nostra storia e alla stratificazione geologica e territoriale come memoria collettiva, ripresa anche nel ciclo STRUCTURES nel quale indaga la relazione tra presente e passato recente. E dopo il MIA, dal 5 maggio 2022, i lavori di Matteo Procaccioli Della Valle saranno esposti negli spazi torinesi della galleria.
www.dechiricogalleriadarte.com
MIA Fair | Milan Image Art Fair 2022
SUPERSTUDIO MAXI
Milano, via Moncucco 35 (MM Famagosta)
28 aprile – 1° maggio 2022