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Un raro Picabia impressionista all’asta da Christie’s. Stima 200-300 mila sterline

FRANCIS PICABIA (1879-1953) Notre-Dame, effet de soleil signed and dated 'Picabia 1906' (lower left); signed, dated and inscribed 'F. Picabia, L'Eglise Notre Dame, effet de Soleil après midi 1906' (on the stretcher) oil on canvas 28 3⁄4 x 36 1⁄4 in. (73.2 x 92.2 cm.) Painted in 1906Estimate GBP 200,000 – GBP 300,000
Picabia
FRANCIS PICABIA (1879-1953)
Notre-Dame, effet de soleil
signed and dated ‘Picabia 1906’ (lower left); signed, dated and inscribed ‘F. Picabia, L’Eglise Notre Dame, effet de Soleil après midi 1906’ (on the stretcher)
oil on canvas
28 3⁄4 x 36 1⁄4 in. (73.2 x 92.2 cm.)
Painted in 1906Estimate
GBP 200,000 – GBP 300,000

Francis Picabia guida l’asta della collezione Swaythling da Christie’s con “Notre Dame, effet de soleil”

Il prossimo 27 maggio da Christie’s a Londra andrà all’incanto la collezione dei coniugi Swaythling in un’asta dal vivo di 170 lotti. David Montagu, 4° Lord Swaythling (1928-1998), ha avuto un’illustre carriera nel mondo delle banche, delle corse, della politica e dei media.

Lord e Lady Swaythling  custodivano la loro raccolta nelle loro residenza londinese e nella casa di campagna a Newmarket. La vendita comprende dipinti impressionisti e moderni, gioielli, mobili, arti decorative e argenti, dipinti antichi, ceramiche cinesi e opere d’arte. Con stime che vanno da £ 300 a £ 300.000. Si prevede un realizzo intorno a £ 1 milione.

La vendita è guidata da “Notre-Dame, effet de soleil” di Francis Picabia (stima: £ 200.000-300.000), parte di un raro gruppo di prime opere dell’artista.

Dipinto nel 1906, “Notre Dame, effet de soleil” è una delle grandi opere del periodo impressionista di Picabia, che si sarebbe rapidamente concluso nel 1909 dopo l’incontro con il gruppo di artisti che avrebbero poi formato il gruppo cubista. Il luminoso olio, immerso nella brillante luce del primo pomeriggio, è parte di un gruppo di sei dipinti della nota chiesa parigina che Picabia ha eseguito nel corso dell’anno 1906.

Ciascuno dei dipinti di Notre Dame è stato eseguito dallo stesso punto di osservazione, in un edificio situato sulla banchina sinistra della Senna. Sebbene ogni dipinto catturi la scena esattamente dalla stessa angolazione, ognuno possiede la propria qualità di luce unica.

Spaziando dai tenui e dolci toni pastello della luce del sole del primo mattino, alla luce ricca e dorata di un tramonto, la serie cattura il senso del passare del tempo e consente all’artista di catturare le sfumature dell’atmosfera e dell’illuminazione in vari momenti del giorno.

Le opere ricordano anche i famosi dipinti di Monet della cattedrale di Rouen. Entrambi gli artisti che esplorano l’effetto mutevole della luce che cade sulle facciate della chiesa.

L’opera in esame è unica all’interno della serie per il fatto che cattura non solo Notre Dame, ma anche le strade, gli edifici e il fiume circostanti, mentre gli altri dipinti raffigurano solo la chiesa. La contestualizzazione di Notre Dame all’interno di un paesaggio urbano più ampio allude ad essa come al cuore pulsante di Parigi, con i parigini che entrano ed escono dalla scena da tutte le direzioni. Il loro movimento è enfatizzato dal rapido tratto di pennello.

La scelta del titolo di Picabia – effect de soleil – sottolinea la particolarità della luce nella scena. Sebbene il sole non sia rappresentato fisicamente nella composizione, la sua presenza si fa sentire ovunque, illuminando il blu intenso del cielo quasi perfettamente limpido. Energiche pennellate catturano gli effetti scintillanti della luce solare che cade sulla cattedrale, infondendo alla scena un senso di vivacità e luminosità. La facciata in pietra sembra quasi abbagliare per l’intensità della luce e le forme della sua architettura e scultura sono catturate in punti scintillanti, simili a gioielli, di oro, ocra, blu ceruleo e lilla.

Era il calore intenso della luce del sole che sembrava ispirare di più Picabia: “La mia scuola è il cielo, […] il sole è il grande maestro. Non assegna mai una medaglia o un Prix de Rome, ma ha creato Pissarro e Sisley…” (M. L. Borràs, Picabia, London, 1985, p. 49).

www.christies.com

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