L’elegantissimo palazzo senese, ricco di testimonianze verso le arti e la bellezza, si apre all’arte contemporanea
“Restituire il palazzo e le opere qui contenute alla comunità è per noi motivo di grande soddisfazione. Dato anche l’impegno della famiglia a preservarne i capolavori che ripercorrono le vicende storico artistiche di Siena dal Trecento a oggi”. Con queste parole Flavio Misciattelli annuncia l’apertura al pubblico per la prima volta e in modo continuativo della Casa Museo Palazzo Chigi Zondadari, a Siena. Un prestigioso edificio dalla tipica architettura barocca-neoclassica, l’ultimo a essere edificato in piazza del Campo. Progettato da Antonio Valeri (1648 – 1736), ultimo allievo di Gian Lorenzo Bernini. “Può diventare, nel rispetto della tradizione che esso rappresenta, un vero e proprio punto d’incontro tra passato e presente”, spiega il sindaco di Siena Luigi De Mossi, “aprendosi alla contemporaneità e a giovani artisti che girano il mondo grazie alla loro arte”.
Una nuova stagione di committenze
Il palazzo è infatti ricco di testimonianze dell’attenzione e l’interesse dei Chigi Zondadari verso le arti e la bellezza. Con una ricca collezione di opere d’arte, reperti archeologici, dipinti e sculture, fra cui spicca il busto di Alessandro VII di Gian Lorenzo Bernini. “L’apertura verso la contemporaneità e ai giovani artisti inaugura una nuova stagione di committenze, come era stato per i Chigi Zondadari”, aggiunge Misciattelli, presidente della Fondazione omonima. “Nell’ottica di instaurare un rapporto vivo e duraturo tra presente e passato, in cui i richiami e le suggestioni reciproche tessono la trama di un nuovo modo di vivere e conoscere l’arte“.
Cortemporanea
Da domenica 8 maggio sarà dunque inaugurato Cortemporanea, il progetto che trasformerà la corte dello storico edificio in un luogo espositivo dedicato a lavori site-specific di artisti italiani e internazionali chiamati da Flavio Misciattelli ad interpretare liberamente lo spazio. Il primo artista coinvolto è Pietro Ruffo, che ha ideato l’opera NEVER TOO YOUNG TO MAKE A DIFFERENCE. Un titolo mutuato da uno degli slogan più simbolici durante i Fridays For Future. Per un’installazione dedicata alle giovani generazioni e al loro impegno per il cambiamento delle politiche sociali e ambientali da parte dei governi mondiali.