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Leonora Carrington, Cat-women. Donne e Surrealismo a Venezia

Leonora Carrington, Cat-woman, 1951 (particolare) Leonora Carrington, Cat-woman, 1951 (particolare)
Leonora Carrington, Cat-woman, 1951 (particolare)
Leonora Carrington, Cat-woman, 1951 (particolare)

Suggestioni sul Surrealismo in chiave femminile nella grande mostra alla Collezione Guggenheim di Venezia. Con la Carrington al centro

Fantasticare nel sonno e nelle favole è permesso, anzi, creare associazioni inusitate è la regola principale delle favole e dei sogni. Una delle stanze di casa Carrington, in Messico, era coperta dai disegni di Leonora, che facevano paurissima ai suoi bambini. Per tranquillizzarli, allora, mamma Leonora raccontava (e illustrava) storie molto fantastiche e molto buffe, che diventarono, in seguito, Il latte dei sogni.

Molte opere di Leonora Carrington sono esposte, in questo periodo e per tutta la durata della Biennale dell’Arte, a Venezia, presso la Collezione Guggenheim, che ospiterà la bellissima mostra Surrealismo e Magia, fino al 26 settembre 2022.

 

Leonora Carrington, Cat-woman, 1951
Leonora Carrington, Cat-woman, 1951

La rielaborazione dell’idea della donna, dal punto di vista surrealista, propone una concezione della donna poliedrica e contraddittoria”, dicono i curatori della mostra Gražina Subelytė e Daniel Zamani. “La donna può essere fatale, caotica, erotica, magica o potente. E trasformarsi o essere trasformata in fata, dea, sacerdotessa, profetessa, strega o bestia mitologica pericolosa, una chimera, una sirena o una Sfinge. In teoria, il surrealismo sostiene le donne e guarda l’autorità matriarcale e i personaggi femminili come figure trionfanti. Che porteranno alla rivoluzione utopica per una società migliore, sia da un punto di vista estetico, sia da un punto di vista politico”.

Emancipazione femminile

Molte artiste e scrittrici si associarono al Surrealismo durante gli anni trenta del ventesimo secolo. E, a differenza della maggior parte dei colleghi surrealisti della cerchia di André Breton, che rappresentavano le donne come sottomesse, le artiste e le scrittirici indagavano in maniera critica i possibili soggetti femminili emancipati, proposti dal mondo della magia. Le artiste riconoscevano il potenziale surrealista e le possibilità offerte dall’interesse del movimento surrealista per il mito e l’occulto. E lo impiegavano per promuovere strategie obiettivi di emancipazione femminile. Si trattava di un atteggiamento decisamente proto-femminista.

L’artista inglese Leonora Carrington, la pittrice di origine argentina Leonor Fini e la pittrice statunitense Dorothea Tanning rifiutavano la nozione della donna come accessorio nella ricerca di avventure per la supremazia dell’eroe. E ritraevano le loro protagoniste come soggetti attivi di narrazioni che testimoniavano un profondo interesse per la magia, la mitologia e la stregoneria.

 

Rene Magritte, Magia nera, 1945
Rene Magritte, Magia nera, 1945

Alla magia nera di Magritte, che attribuisce alla donna le qualità stereotipate della fertilità e del legame con la natura, si contrappone la grande scultura Cat-women, di Leonora Carrington, posta al centro di una delle sale della mostra. La donna-gatto impone la sua dominante presenza, come un totem magico e infonde, dall’alto, la sua potenza evocativa, sinistra e perturbante negli occhi timorosi dei curiosi.

https://www.guggenheim-venice.it/it/

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