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Le carte selvagge di Ersilia Sarrecchia recuperano l’istintualità perduta

Negli anni Novanta è stato pubblicato il saggio Donne che corrono coi lupi della psicanalista junghiana Clarissa Pinkola Estés, diventato un libro cult, un bestseller mondiale, capace di ispirare milioni di donne, attingendo dalle fiabe e dai miti. “Le donne che corrono coi lupi” o “le donne selvagge” recuperano la loro creatività e instintualità originarie, nonostante i dubbi, le paure e le incertezze. Sono consapevoli e coraggiose.

Osservando per l’appunto le carte “selvatiche” di Ersilia Sarrecchia, ricordo questo volume. L’artista disegna proprio i lupi, ma anche leoni, cervi e altri animali. I nudi femminili sono calati nel verde della natura, con delicatezza, avulsa da ogni volgarità. Sono raffinate tecniche miste, dove il segno la fa da padrone.

Come scrive la curatrice Francesca Baboni, in occasione della mostra tenutasi alla Libreria Bocca, in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, dall’ 8 al 22 maggio 2022, si tratta di “animalità e femminilità che ritraggono l’essenza dell’essere vivente, come immagini archetipiche di una vita selvaggia ritrovata. Protagoniste di una visione fiabesca e onirica, che si lascia alle spalle ogni bruttura dell’umanità, le  creature animali lasciano spazio a sensazioni di tranquillità e pacatezza, come se avessero addomesticato la loro natura ferina, sebbene non manchino note di selvaggia violenza, nei colori crudi e pastosi”.

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