La Galleria Cardi presenta la sua prima retrospettiva dedicata al lavoro di Wolf Vostell (Leverkusen, 1932 – Berlino, 1998). Dal 25 aprile al 23 Luglio 2022, a Londra.
“Il grande filosofo tedesco Theodor W. Adorno ha affermato che dopo Auschwitz l’arte non è più possibile. Io credo invece che l’arte sia assolutamente necessaria, proprio a causa di Auschwitz” (Wolf Vostell, 1990).
Tra i fondatori del movimento Fluxus, Vostell può essere considerato un pioniere eclettico, impegnato con una varietà di materiali e di mezzi espressivi. È stato tra i primi artisti ad adottare il video e l’installazione come strumenti linguistici essenziali nella sua pratica e il primo a includere un televisore in un’opera d’arte nel 1958.
Attraverso una selezione di video, dipinti, sculture e installazioni che vanno dal 1967 al 1998, la mostra Wolf Vostell | Destruction is Life accompagna lo spettatore in un viaggio che si sviluppa su tre piani dello spazio espositivo di Cardi a Mayfair, esaminando alcune delle molteplici sfaccettature alla base dell’opera di Vostell, accomunate dal ruolo centrale dato al genere umano.
Dalle prime installazioni, come Radar Alarm F (1969), in cui una bicicletta da corsa sfoggia una borsa piena di allarmi e un televisore funzionante sul portapacchi posteriore, fino all’ultima opera Ritz (1998), un’opera a tecnica mista a parete con un mini-televisore incorporato in un manichino da vetrina che indossa biancheria intima femminile, il televisore è presente in modo massiccio nelle creazioni di Vostell.
Crude immagini fisse, spesso raffiguranti traumi, morte e orrori bellici, popolano l’opera di Vostell. Da figure rivestite di maschere antigas (The dead man who is thirsty, 1978 e Archai, 1981) ad aerei da combattimento che entrano ed escono dalla vista in mezzo a un suono ineluttabilmente penetrante (Starfighters, 1967), a un gommone dell’esercito americano carico di calchi di parti del corpo (Kafka’s Boat, 1990), a carri armati che avanzano (Le Choc, 1990).
Le scene di guerra popolano anche la House of Deaf, 1977, un grande ambiente che l’artista ha creato per Documenta 6, il cui modello è presente nella mostra. Costituita da una piscina interna rivestita di piastrelle nere e circondata da quattordici pannelli di grandi dimensioni – ognuno dei quali raffigura una scena diversa della guerra del Vietnam e ciascuno è dotato di un monitor incorporato che riproduce un altro canale televisivo – la House of Deaf è uno dei numerosi omaggi di Vostell al maestro spagnolo Francisco Goya.
Wolf Vostell | Destruction is Life è una testimonianza del quotidiano e delle sue dicotomie attraverso opere in cui memoria, guerra e umanità si riverberano sul palcoscenico della storia mondiale. Nelle parole di Vostell, l’arte ci ricorderà che dobbiamo ricordare.