Dal 17 giugno al 28 agosto 2022 all’Accademia Carrara di Bergamo è possibile visitare il progetto espositivo dedicato a Velázquez. Tra i capolavori esposti vi è anche il “Ritratto della regina Maria Anna d’Austria” proveniente dal Museo del Prado di Madrid
Maria Anna d’Austria (1634-1696) fu regina di Spagna e seconda moglie di Filippo IV, re di Spagna, zio di Maria Anna, sposato nel 1649 dopo che era rimasto vedovo di Elisabetta di Borbone Francia due anni prima. Il matrimonio, come spesso accadeva tra le famiglie reali, era un’unione di convenienza: gli Asburgo avevano interessi economici, oltre che politici, in Spagna. Maria Anna, che all’epoca dello sposalizio aveva 14 anni mentre il marito 44, venne conosciuta col nome di Marianna. Cattolica ortodossa e intransigente, Marianna diede alla luce 5 figli, ma solo due sopravvissero: Margherita Teresa, che sposò Leopoldo I imperatore del Sacro Romano Impero nel 1666, e Carlo, soprannominato lo Stregato perché, oltre ad essere fisicamente malformato, soffriva di attacchi di epilessia.
Nonostante le difficoltà, alla morte del padre, Carlo fu nominato re di Spagna sotto la reggenza della madre coadiuvata dal gesuita Juan Everardo Nithard e poi, alla morte del prete, da Fernando de Valenzuela. Nonostante la divisione nei due regni di Castiglia e Aragona, le numerose crisi politiche e sociali aggravate dalle carestie, dalle guerre con la Francia e i dissidi interni tra le fazioni, Marianna mantenne il potere – tranne un breve periodo guidato da Giovanni d’Austria il Giovane, figlio illegittimo di Filippo IV – sino alla sua morte, avvenuta nel 1696 per un cancro al seno.
L’anno prima aveva legittimato la missione gesuita nelle isole Ladrones, al largo delle Filippine, che in suo onore vennero ribattezzate Isole Marianne.
Il ritratto, dipinto tra il 1652 e il 1653 e commissionato a Diego Velázquez, allora pittore ufficiale della corona spagnola, dal marito Filippo IV, proviene dal museo del Prado di Madrid ed è una delle numerose versioni esistenti. Una copia quasi identica a cui però manca la parte cadente della tenda dietro il soggetto, è presente anche al Louvre ed è forse antecedente a quella madrilena.
Doña Mariana, all’epoca diciannovenne, è dipinta esaltando il ruolo di regina di una delle corti più potenti d’Europa. L’abbigliamento sfarzoso e ingombrante ricorda la nobiltà della sua casata, gli Asburgo, mentre lo status di regina è fissato dal seggio e dal tavolo su cui spicca un orologio, simbolo di virtù e prudenza, due qualità solitamente associate alla condizione di comando.
Mariana aveva appena partorito la sua prima figlia, Margherita Teresa e il volto è segnato dalla stanchezza e dalle pressioni che le venivano fatte affinché donasse al già anziano consorte, un erede maschio. Gli occhi, quasi annoiati e malinconici, rivelano la nostalgia per la sua famiglia e la sua patria natale. L’incarnato bianco e pallido del suo volto è ravvivato da un trucco fin troppo evidente che mette in evidenza gli zigomi. La parrucca e il copricapo incorniciano il viso che comunque spicca dal quadro proprio grazie al pallore della pelle. Nella mano sinistra trattiene un vistosissimo fazzoletto di pizzo e i gioielli che indossa alle dita e ai polsi, assieme all’abito riccamente confezionato e abbellito da pizzi, denotano un gusto spiccato per la moda contemporanea.