Grazie alle muffe e alla polvere il duo artistico TTozoi imprime la storia di un sito archeologico sulle loro tele. Un processo replicato in diversi luoghi, per ultimo al Colosseo. Ecco il risultato.
Ci sono luoghi dove la storia è palpabile. La si percepisce tra le mura, nell’aria, nella polvere. É un sentire indistinto ma presente, una suggestione che si concretizza nei residui di antichità che ancora abitano questi luoghi. Come nel Colosseo, anfiteatro per eccellenza della romanità gladiatoria. Sede dal fascino indescrivibile, che i TTozoi hanno cercato di afferrare.
Come? Grazie alla pratica di cui ormai sono maestri. Tele di iuta grezza, sporcate con farina e acqua, messe a dimora dei monumenti più famosi al mondo. A contatto diretto con la storia. Qui le muffe e la polvere si sedimentano sul materiale generando una campitura informale che compone l’opera.
Dopo oltre quaranta giorni di sedimentazione, i quadri sono stati svelati e mostrano finalmente l’impressione che l’atmosfera pulsante del Colosseo ha lasciato su di loro.
“Siamo tornati al Colosseo a prendere le tele che abbiamo messo a dimora il 22 aprile scorso – spiegano con una punta di orgoglio i TTozoi – e ci siamo emozionati sollevando le teche che le ricoprivano. Vedere ciò che la natura ha realizzato per noi è stata una scoperta. Dalla nostra esperienza, possiamo dire che il tipo di muffa che si è creato ci darà molta soddisfazione”.
Del resto non è la prima volta che gli TTozoi – due di artisti campani originari di Avellino, Stefano Forgione e Giuseppe Rossi – sfruttano la muffa come vero e proprio strumento artistico. Era successo a Pompei, alla Reggia di Caserta, all’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere; accadrà alla Domus Aurea di Roma e ai Sassi di Matera. Le iniziative rientrano nel progetto Genius Loci, tramite cui gli artisti mirano a valorizzare i tanti siti storici del patrimonio italiano. Una ricerca tra storia e destino – è il caso (e la muffa) a conformare il contenuto della tela – che sarà raccontata in una mostra collettiva a ottobre, sempre a Roma.
“Le nostre opere – spiegano gli artisti di Avellino – non potrebbero nascere senza la muffa di questi luoghi magici, che si attacca e dipinge per noi e nostre tele. Siamo stati onorati di poter creare arte in uno dei monumenti storici più belli e conosciuti al mondo come il Colosseo. La polvere e le spore, che si sono accumulate nei secoli in questo luogo magico, simbolo della storia del mondo che è passata da lì, hanno dipinto per noi, ed è la prima volta in assoluto, nella storia dell’arte, che ciò accade. In questo tempo, in cui le opere sono state a dimora qui, la parte organica si è trasformata diventando una vera e propria campitura sulle tele, colori e forme che il tempo ha già definito e che ultimeremo poi nel nostro studio, già a partire da domani”.