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Jeff Koons tra antica Grecia e modernità: la mostra a Hydra è spettacolare

Jeff Koons: Apollo. Photo: Eftychia Vlachou Jeff Koons: Apollo. Photo: Eftychia Vlachou
Jeff Koons: Apollo. Photo: Eftychia Vlachou
Jeff Koons: Apollo. Photo: Eftychia Vlachou
La Fondazione DESTE presenta Jeff Koons: Apollo. L’esposizione è in mostra al Project Space di DESTE presso il vecchio mattatoio di Hydra, Grecia, dal 21 giugno al 31 ottobre 2022.

La mostra si compone di nuove sculture di Jeff Koons e di readymade selezionati dall’artista per coinvolgere lo spettatore in un dialogo metafisico tra contemporaneo e antico. Si tratta della prima mostra in Gracia di Koons da oltre vent’anni.

Al centro dell’esposizione, all’interno dell’ex mattatoio, c’è la scultura Apollo Kithara (2019–2022). Apollo suona una kithara, considerata anticipatrice della chitarra odierna. Una scultura policroma è alta oltre 2,3 metri immersa in un ambiente dal fascino antico. Le pareti all’interno del mattatoio sono state completamente trasformate utilizzando come modello gli antichi affreschi di Boscoreale, nei pressi di Pompei.

Tra le nuove opere create da Koons ci sono un paio di scarpe da ginnastica Nike in bronzo, Gazing Ball Tripod (2020–2022) e Plato’s Solid Forms Wind Spinners (2020–2022). Quanto ai readymade, impossibile non rintracciare degli oggetti di duchampiana memoria: l’orinatoio, la sedia, la ruota di bicicletta.

Sul tetto dell’antico mattatoio svetta Apollo Wind Spinner (2020–2022). Una girandola eolica riflettente larga 9,1 metri. Da una parte accoglie i visitatori che entrano nel porto di Hydra e, dall’altro, quelli che camminano verso l’edificio che ospita la mostra.

Quest’ultima, infine, mira a coinvolgere il visitatore attivando tutti i suoi sensi. Attraverso la musica della kithara, il profumo della salvia bruciata e l’inesauribile fascino che la storia esercita sull’umana fantasia.

Jeff Koons: Apollo. Photo: Eftychia Vlachou
Jeff Koons: Apollo. Photo: Eftychia Vlachou
Jeff Koons: Apollo. Photo: Eftychia Vlachou
Jeff Koons: Apollo. Photo: Eftychia Vlachou
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Jeff Koons: Apollo. Photo: Eftychia Vlachou
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