Uno sguardo vero, intenso e compassionevole. Questo lo spirito che ha guidato l’obiettivo della fotografa Lisetta Carmi, morta nella notte del 5 luglio 2022 all’età di 98 anni a Cisternino, Puglia.
Nativa di Genova, da oltre 40 anni aveva scelto di vivere in Valle d’Itria, a Cisternino, città alla quale aveva voluto donare 30 suoi scatti e 900 volumi della sua libreria. In Puglia abbandona l’attività fotografica, che le aveva dato risalto internazionale, per dedicarsi alla spiritualità orientale. onda, infatti, il suo ashram per il karma yoga Bhole Baba in onore del guru Babaji Herakhan Baba, conosciuto durante un viaggio in India.
Nasce a Genova il 15 febbraio 1924 da una famiglia borghese di origine ebraica. Durante il periodo delle leggi razziali è costretta a lasciare gli studi che da quel momento continuerà per tutta la vita da sola. Negli anni Sessanta abbandona l’attività di pianista per la fotografia. É questo il mezzo prediletto per raccontare le condizioni di lavoro e di vita delle classi sociali più povere. A partire dai portuali genovesi, con i quali nel 1960 partecipa a una marcia a supporto dei loro diritti. Carmi ne documenta la situazione e la protesta, raccontando le loro storie e portando alla luce le loro necessità. É il primo dei grandi reportage che ne contraddistingueranno la carriera.
Seguono altri importanti scatti d’inchiesta, raccolti ne L’Italsider del 1962, una piccola serie di scatti fotografici dei cantieri e degli interni delle acciaierie, e Genova Porto del 1964, reportage sul tema del lavoro che testimonia l’intensa attività del porto e la difficile situazione dei portuali. In anticipo sui tempi pone la sua attenzione sulle questioni di genere, scegliendo di affrontarle in modo estremo ma sensibile. Una prospettiva radicale per l’epoca. Tanto che il suo libro Travestiti, pubblicato per Essedi Editrice di Roma, fu ritirato dalle libreri e venduto clandestinamente. Una visione troppo diretta, scandalosa, della vita ai margini di donne e uomini trasgender.
Un lavoro che non raccolse il consenso di tutti, ma che contribuì a rendere Carmi un’autrice audace, sincera e coraggiosa. Ciò le valse il rispetto di numerose figure del mondo dell’arte e della cultura, che da lei si fecero ritrarre. Tra queste Judith Malina, Joris Ivens, Charles Aznavour, Edoardo Sanguineti, Leonardo Sciascia, Lucio Fontana, Carmelo Bene, Luigi Nono, Luigi Dallapiccola, Claudio Abbado, Jacques Lacan.
Ma soprattutto Ezra Pound, di cui si ricordano gli scatti realizzati nel 1966 nell’abitazione ligure del poeta.
Ricordo ancora quel giorno, ero andata a trovarlo, suonai il campanello, lui aprì e io non persi tempo: scattai. Feci venti scatti, ne scelsi undici. Fra questi quella foto.