L’opera di Paolo Scheggi Inter-ena-cubo, 1970, moduli di alluminio smaltato rosso, 51x51x13 cm, è ufficialmente entrata nelle Collezioni permanenti della Tate Modern di Londra, grazie alla generosa donazione di Franca e Cosima Scheggi.
Ad annunciarlo l’Associazione Paolo Scheggi che, oltre a conservare e tutelare la storia e la ricerca dell’artista, lavora alla sua valorizzazione internazionale. E questa è una tappa fondamentale di tale percorso.
La storia dell’arte riconosce in Paolo Scheggi (Settignano, Firenze 1940 – Roma 1971), artista fiorentino di origine ma milanese di adozione dal 1961, figura di spicco della ricerca visiva degli anni Sessanta, ponendolo tra lo Spazialismo di Lucio Fontana, le indagini del area programmata e cinetica e la ricerca in cui l’opera si estende nello spazio e si confronta con i linguaggi architettonici.
Ma se queste sono le categorie più o meno rigide in cui la storia dell’arte lo iscrive, la ricerca di Paolo Scheggi si estende e si dirama in molteplici direzioni: dalla poesia al teatro, dall’azione urbana alla speculazione concettuale, e abbraccia anche la moda e il design. A partire dal potente gesto formativo con cui l’artista oltrepassa la superficie della tela monocromatica, donandole perfette aperture organiche ellittiche o circolari, la sua indagine si allarga in una germinante elaborazione formale, configurando infinite possibilità visive, metafore di una profonda riflessione esistenziale che abbraccia lo spazio e il tempo in cui viviamo.
Proprio questa continua ricerca, dalla superficie della visione alla profondità del pensiero, e viceversa, costituisce il segno inestinguibile dell’indagine di Scheggi, che ancora oggi lo rende fonte di ispirazione per artisti, designer, architetti e professionisti della arti performative e comunicazione.