Alla Versiliana di Marina di Pietrasanta (LU) è in mostra la personale di Barbara Nahmad dal titolo Oltremare. La mostra è curata da Giuseppe Frangi ed è visitabile con ingresso libero dal 10 luglio al 10 settembre 2022.
Le cinquanta opere esposte negli storici ambienti della Villa, tra cui tre installazioni realizzate appositamente, formano un percorso espositivo che testimonia gli ultimi tre anni della ricerca artistica di Barbara Nahmad. Tele di grandi dimensioni poste in relazione con le stanze della Versiliana, testimonianza di vite passate e caratterizzate da ampi ambienti aristocratici. Frequentati, tra l’altro, anche da Gabriele D’Annunzio.
Gli esordi di Barbara Nahmad, sul finire degli anni Novanta, sono caratterizzati dall’attenzione verso il corpo umano e il ritratto. Le grandi figure dipinte ad olio, spesso in tonalità monocromatiche, contrastano con i fondi realizzati a smalto in colori primari. Con la serie Oltremare Nahmad apre invece un nuovo capitolo e si riappropria del colore con tonalità e modi diversi da quelli usati in precedenza. In queste opere conduce una ricerca sul paesaggio naturale che tende all’infinito. Sfumature gestuali e grandi velature danno l’idea di una sovrapposizione di strati che cercano l’intimità, evocano l’invisibile in una sorta di neovedutismo contemporaneo.
“Il sublime non risiede in nessuna cosa della natura, ma nell’animo di chi guarda”. Immanuel Kant descrive così il sentimento dell’uomo di fronte alla natura: non soccombe davanti ad essa, ma, al contrario, si erge orgoglioso a contemplarla. Allo stesso modo Barbara Nahmad dipinge il potere della natura rappresentando l’idea di infinito in contrapposizione alla finitezza dell’animo umano.
Scrive Giuseppe Frangi nella presentazione in catalogo: “Acqua e cielo sembrano incernierarsi l’una con l’altro, in una sorta di autosufficienza che toglie terreno – è proprio il caso di usare questa metafora – ad altre ipotesi: difficile ipotizzare un’altra sponda. L’oltre probabilmente va visto in una diversa accezione. Suggerisce un “oltranzismo” del mare, un suo proporsi come un’entità non circoscrivibile, come canale ottico che ha per confine un infinito. È proprio il taglio dell’immagine, messo in atto ogni volta senza eccezioni e senza arretramenti, a portarci verso questa ipotesi di lettura. Il viaggio al Nord ha dunque spazzato via le interferenze e ha messo fuori gioco ogni tentazione di scivolare nel vedutismo. (…) la scelta di esporre in alcuni casi i quadri di “Oltremare” non appesi ai muri ma appoggiati ai ciocchi di legno (dispositivi famigliari, che anche in studio ne accompagnano le fasi realizzative), costringe noi che guardiamo ad affrontare un a tu per tu con il mare. Siamo anche noi di fronte a quella distesa di acqua, chiamati a immaginarci non davanti ma nel quadro”.