Si è tenuta presso Pirelli HangarBicocca di Milano la prima edizione di MILANO RE-MAPPED SUMMER FESTIVAL. L’evento è nato come momento di condivisione del percorso di ricerca Milano Re-Mapped, condotto dalla Fondazione milanese e dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, con il sostegno di Fondazione Cariplo.
Suddivisa tra le sere dell’11 e del 12 luglio, l’iniziativa, dal carattere spiccatamente multidisciplinare, si è svolta negli spazi esterni di HangarBicocca proponendo due serate di musica, arti performative, video, editoria di ricerca. Per comporre il palinsesto sono state chiamate tre realtà indipendenti: Archive – spazio artistico no-profit e casa editrice, con sede a Milano, Berlino e Dakar, che infonde nei suoi progetti una prospettiva postcoloniale –, SPRINT – piattaforma che indaga le sperimentazioni dell’editoria indipendente e d’artista – e Standards – progetto e spazio collettivo (con base nel quartiere Dergano) dedicato alla musica, alle arti sonore e performative –, tutte da tempo attive sul territorio milanese.
L’intento mira, oltre a offrire al pubblico milanese una forma di intrattenimento lontana da quelle mainstream, a restituire una “cartina tornasole” delle realtà culturali indipendenti attive sul territorio, creando occasioni di collaborazione tra queste energie creative e le grandi istituzioni culturali cittadine. A inaugurare la rassegna è stato Books as Hooks #3, terzo episodio di una serie prodotta da SPRINT, in collaborazione con la ricercatrice Marta Zanoni, che indaga la dimensione editoriale attraverso il formato video. Protagonista di questo episodio il designer Alessandro Guerriero, insieme alla sorella Adriana co-fondatore di Alchimia, uno dei gruppi più vitali della storia del design italiano (ne fece parte anche Alessandro Mendini).
La sezione prodotta da SPRINT è proseguita con il momento di danza collettiva Studio corale per movimenti singolari curato dall’artista Muna Mussie, frutto di un workshop svoltosi nel weekend precedente al Festival e ispirato alla ‘scuola estiva’ di Monte Verità, fondata ad Ascona nel 1913 dal coreografo Rudolf Laban e dalla ballerina Mary Wigman. La musica ha fatto poi il suo ingresso ad HangarBicocca con l’Improvvisazione per Sax Sopranino Amplificato di Virginia Genta, musicista e artista visiva che ha disegnato per il festival il timbro con cui i visitatori sono stati “marchiati” all’ingresso, oltre alle opere grafiche apposte sulle pareti esterne dello “Shed” e di uno dei poster che era possibile “collezionare” dirigendosi verso l’uscita.
La musicista e performer YaYa Bones ha chiuso la sezione curata da SPRINT con una live gig che ha fuso insieme elementi di musica elettronica e d’opera lirica che Bones definisce dream&bass, giocando con il nome del più celebre genere musicale drum&bass, letteralmente batteria e basso. Infine, la piattaforma open-source di caratteri tipografici originali Collletttivo ha realizzato per il Festival un update più inclusivo del carattere Apfel Grotezk, originalmente disegnato da Luigi Gorlero.
La giornata di lunedì si è chiusa con due performance sonore dal vivo curate da Standards: ha esordito Chillera, band di Odessa formatasi in Crimea e composta da Anastasiia Marukutsa (batteria), Polina Matskevich (chitarra) e Ganna Brizhata (basso), le quali riscrivono la musica dubstep attraverso l’estetica della cultura ucraina. Si è poi esibito Bamanya Brian, artista sperimentale ugandese noto con il nome di Afrorack, pioniere nella costruzione di strumenti di musica elettronica in Africa.
Ha segnato l’apertura di martedì la sezione Choreopoethics, curata da Archive e orientata a sperimentare forme di esistenza collettiva. Dopo una parentesi dedicata alla spoken word di cui sono stati protagonisti Fedoua El Attari, con DecaDanza della montagna: danza declino decolonizzazione, e Wissal Houbabi, con Una gran puzza di merda nell’aria. Dedicato a Youns El Boussettaoui, il centro dell’“arena” è stato occupato da Yon Natalie Mik con Songs from the Navel to the Spine (suono di Gregory Lenczycki), che ha coinvolto il pubblico in un’azione collettiva inserita all’interno del suo progetto Studies on Squats (2019-2022). Tra movimento, suono e parola è fluttuata Premonition, performance di Giorgia Ohanesian Nardin che ricerca la relazione tra i detriti e le geografie inscritte nei corpi (suono di F. De Isabella). In chiusura Padmini Chettur ha presentato line 10, una selezione di linee nello spazio che la coreografa ha messo in scena come ballerina solista (luci di Jan Maertens e suoni di Maarten Visser).
A chiusura dello spettacolo, si sono infine esibiti Andrea Zarza Canova – archivista e curatrice che ha proposto una selezione musicale e sonora indagando i contrasti tra i contenuti d’archivio e i suoi contesti di presentazione – e Coby Sey – produttore, cantante e DJ che per l’occasione ha coinvolto le musiciste Leisha Thomas e Momoko Gill.
Abbiamo rivolto qualche domanda a Dafne Boggeri, artista multidisciplinare e animatrice di SPRINT – Independent Publishers & Artists’ Books Salon, manifestazione dedicata all’editoria indipendente e al libro d’artista (con tanto di talk, performance, screening e mostre) che si tiene ogni anno a Milano durante l’ultimo weekend di novembre (la prossima edizione è prevista allo Spazio Maiocchi e in altre sedi, dal 25 al 27 novembre 2022).
Che esperienza è stata per SPRINT la collaborazione con Pirelli HangarBicocca? Vi era già capitato di curare una programmazione performativa di questo tipo?
D.B: Il MILANO RE-MAPPED SUMMER FESTIVAL è stata per noi un’occasione per coinvolgere artisti e performer con cui avevamo ancora avuto modo di collaborare nel tempo. Nel contesto della nostra rassegna di novembre siamo abituati a produrre diversi eventi dal vivo, anche musicali, come quello che organizziamo il sabato sera come nostra attività di fund-raising. In questo caso è stato un po’ più complesso visto il preavviso relativamente breve con cui siamo stati invitati a partecipare.
Siete soddisfatti del risultato finale? Quale delle performance che avete curato ritiene abbia avuto il maggiore impatto sul pubblico?
D.B: Siamo rimasti a bocca aperta davanti all’esibizione di Muna Mussie. Già la sua intuizione di attivare per la sua performance la macchia boschiva presente all’HangarBicocca, concependola come una sorta di metaverso – ovvero di realtà altra da mettere in contrapposizione con gli spazi convenzionali di Hangar – è senza precedenti. Se poi pensiamo che i performer che hanno preso parte al progetto hanno avuto a disposizione due soli giorni per conoscersi dal punto di vista sia umano che professionale, l’esito positivo appare ancora più straordinario.
C’è qualcosa che invece pensa non sia stato recepito dai visitatori quanto avreste voluto?
D.B: Forse l’aggiornamento del carattere tipografico Apfel Grotezk, nato per l’edizione di SPRINT 2019 come Apfel Regular ed evolutosi in Apfel Brukt, versione eco-friendly che permette un risparmio di toner fino al 18%. La versione creata per l’evento di HangarBicocca è scaricabile gratuitamente dal nostro sito e può essere impiegata sia per scopi privati che commerciali accreditando Collletttivo e Luigi Gorlero.
Complessivamente quale messaggio avete voluto lanciare con la vostra selezione di performance?
D.B: Quello che propugnava anche la scuola di danza di Monte Verità ormai cento e più anni fa, ovvero la necessità, per una società sana, che i suoi componenti si sentano quanto più possibile parte di un sistema unico, di un organismo complesso – chiamiamolo ‘universo’, chiamiamolo ‘pianeta’, chiamiamolo ‘corpo umano’ – in cui la sofferenza altrui viene fatta nostra. Dobbiamo imparare a cogliere le relazioni che esistono fra gli elementi, lasciando da parte la logica che spesso ci porta a ragionare per compartimenti stagni.