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La storia delle false teste di Modigliani diventa un film di Virzì

Paolo Virzì
Paolo Virzì

Sono passati quarant’anni e gli autori della cosiddetta “beffa delle teste di Modì” vogliono raccontare la storia in un film. Al lavoro sul progetto anche il regista livornese Paolo Virzì

Una delle più grandi beffe nella storia dell’arte è quella del ritrovamento delle “false teste” di Modigliani nei fossi di Livorno.  La Fondazione Ferrara Arte ha contattato gli autori del celebre ‘scherzo’ per raccontare, a quasi quarant’anni di distanza, questa storia che aveva ingannato un po’ tutti.

La vicenda risale alla metà degli anni Ottanti, quando per il centenario della nascita di Modì a Livorno viene organizzata una mostra dove sono esposte quattro delle 26 teste realizzate dall’artista e in occasione proprio di questa mostra partono gli scavi per la ricerca di  quattro sculture che secondo una leggenda, lo stesso artista  avrebbe gettato nei fossi livornesi prima di andare a Parigi.  Tre studenti universitari, Michele Ghelarducci, Pietro Luridiana e Pier Francesco Ferrucci, decidono di realizzare una testa con i tipici tratti ‘alla Modigliani’ e la gettano nel fosso. Il 24 luglio 1984 avviene il ritrovamento: la notizia fa il giro del mondo, esperti e critici d’arte si dividono

Ora gli autori della beffa vogliono raccontare la  storia in un film e il regista livornese Paolo Virzì ci sta lavorando, come ha riportato il Tirreno nei giorni scorsi. “Il taglio che vogliamo dare è del tipo “Amici Miei” di Monicelli, giocoso, ma sempre veritiero, a tratti profondo, lasciando la possibilità di immedesimarsi in personaggi autentici – spiega Ferrucci – È la storia di tre ragazzi che si trovano catapultati nel mondo degli adulti proprio nell’attimo in cui avrebbero voluto rimanere ancora adolescenti. Lo scherzo voleva forse proprio rimandare il più in là possibile il passaggio all’età matura”.

Le sculture (le teste di Modigliani) al momento sono esposte a Palazzo Bonacossi di Ferrara (fino al 25 settembre 2022) per la mostra “FAKES da Alceo Dossena ai falsi Modigliani“.

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