Print Friendly and PDF

Turchia. Ritrovati resti di un palazzo che potrebbe essere appartenuto al nipote di Gengis Khan

Hulagu Khan con la sua moglie cristiana Dokuz Khatun. Hulagu Khan con la sua moglie cristiana Dokuz Khatun
Lo scavo visto dall’alto. Photo by Necat Hazar/Anadolu Agency via Getty Images
In Turchia un gruppo di archeologi ha scoperto i resti di un antico palazzo che potrebbe essere appartenuto a Hulagu Khan, nipote di Gengis Khan.

Il sito nella provincia di Van, nella Turchia orientale, nel distretto di Çaldıran, è attualmente in fase di scavo.

Hulagu Khan, un signore della guerra mongolo che visse dal 1217 al 1265 circa, ottenne fama militare per aver guidato diverse spedizioni, incluso il sacco di Baghdad nel 1258.

Dopo la frammentazione dell’impero mongolo nel 1259, Hulagu Khan divenne il sovrano dello Stato mongolo ilkhanide in Medio Oriente. Che al suo apice comprendeva un ampio territorio che includeva quello che oggi è Iran, Azerbaigian, Turchia, Iraq, Siria, Armenia, Georgia, Afghanistan, Turkmenistan , Pakistan, Daghestan e Tagikistan.

Fonti storiche affermano che durante il 1260 Hulagu Khan fece costruire un palazzo estivo a Çaldıran. Accanto ad esso sarebbe stata edificata anche una chiesa. Proprio il suo ritrovamento potrebbe togliere ogni dubbio riguardo al sito. Se l’ipotesi venisse confermata, si tratterebbe del primo resto architettonico ritrovato nello Stato di Ilkhanid.

Hulagu Khan con la sua moglie cristiana Dokuz Khatun.
Hulagu Khan con la sua moglie cristiana Dokuz Khatun

Le rovine appena scoperte devono ancora essere identificate definitivamente come la residenza perduta. Ma il team di scavo, guidato da Ersel Çağlıtütuncigil, del Dipartimento di Archeologia Turco-Islamica dell’Università di Izmir Katip Çelebi, si dice ottimista in tal senso. Soprattutto alla luce dei frammenti di ceramica smaltata, porcellana, mattoni e tegole che gli archeologi hanno già ritrovato. Indizi importanti indicano che la proprietà sia quella di Hulagu Khan.

In particolare assumono cruciale importanza una serie di “simboli simili a S sulle tegole del tetto” noti come “motivo svastika o tamga“, ha detto Munkhtulga Rinchinkhorol, un archeologo mongolo che lavora allo scavo. “É uno dei simboli di potere dei Mongol Khan“.

Il sito, che sembra essere stato pesantemente saccheggiato, contiene anche i resti di un caravanserraglio. Una delle locande dei viaggiatori che avrebbero punteggiato la rotta commerciale della Via della Seta.

Commenta con Facebook