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Nel tuo tempo. Ecco come sarà la grande mostra di Olafur Eliasson a Palazzo Strozzi di Firenze

Olafur Eliasson, Room for one colour, 1997. Installation view: 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa, Japan, 2009. Photo: Anders Sune Berg the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles © 1997 Olafur Eliasson Olafur Eliasson, Room for one colour, 1997. Installation view: 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa, Japan, 2009. Photo: Anders Sune Berg the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles © 1997 Olafur Eliasson
Olafur Eliasson, Room for one colour, 1997. Installation view: 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa, Japan, 2009. Photo: Anders Sune Berg the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles © 1997 Olafur Eliasson
Olafur Eliasson, Room for one colour, 1997. Installation view: 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa, Japan, 2009. Photo: Anders Sune Berg the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles © 1997 Olafur Eliasson
Palazzo Strozzi presenta Nel tuo tempo, la più grande mostra di Olafur Eliasson mai realizzata in Italia fino a oggi. Le installazioni del grande artista internazionale in dialogo con l’architettura rinascimentale del palazzo fiorentino. Dal 22 settembre 2022 al 22 gennaio 2023.

Olafur Eliasson, uno dei più originali e visionari artisti contemporanei, porta a Firenze la sua poliedrica produzione composta da installazioni, dipinti, sculture, fotografia e immagini in movimento. La mostra propone opere storiche e nuove produzioni dell’artista, tra cui una grande installazione site-specific per il cortile e uno speciale progetto d’arte digitale creato utilizzando la tecnologia VR, presentato al pubblico per la prima volta a Palazzo Strozzi.

Curata da Arturo Galansino, l’esposizione trasforma il palazzo rinascimentale in un corpo dinamico in cui elementi architettonici come finestre, soffitti, angoli e pareti diventano protagonisti attraverso interventi che utilizzano luci, schermi, specchi o filtri colorati. Eliasson presenta così una pluralità di possibili narrazioni con l’obiettivo di una nuova consapevolezza dello spazio da parte del pubblico.

CORTILE

Punto di partenza è Under the weather (2022), opera site specific costituita da una grande struttura ellittica di 11 metri sospesa a 8 metri di altezza, che crea agli occhi dei visitatori un effetto fatto di interferenze visive, simili allo sfarfallio di uno schermo. Si tratta dell’effetto moiré che, in questo caso, viene impiegato per destabilizzare la percezione della rigida architettura ortogonale di Palazzo Strozzi, mettendo in discussione la sua percezione di struttura storica stabile e immutabile. Mentre i visitatori si spostano nel cortile, l’installazione si trasforma continuamente ai loro occhi. Interagendo, attraverso il movimento, con ciascuno individualmente a seconda della sua posizione.

Olafur Eliasson, Firefly double-polyhedron sphere experiment, 2020. Photo: Jens Ziehe. Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York. © 2020 Olafur Eliasson
Olafur Eliasson, Firefly double-polyhedron sphere experiment, 2020. Photo: Jens Ziehe. Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York. © 2020 Olafur Eliasson

PIANO NOBILE

All’interno del Palazzo Eliasson prosegue il dialogo con l’architettura attraverso l’utilizzo di luci artificiali, ombre fugaci, riflessi, moiré e colori intensi.

Nelle prime tre sale del percorso Eliasson interviene in maniera minima, creando tuttavia forti e coinvolgenti atmosfere. Le luci rendono visibili le irregolarità del materiale: bolle, graffi, polvere. Ne evidenziano la matericità consentendo ai visitatori di prendere coscienza del vetro come membrana che separa l’interno dall’esterno. Questa superficie “mediatrice” ha una fondamentale funzione protettiva, ma consente anche la comunicazione visiva, evocando così le grandi vetrate gotiche e rinascimentali in cui la luce filtrata era interpretata come manifestazione visibile del divino e tramite di elevazione spirituale.

Due opere del percorso espositivo richiamano il tema del cerchio e dell’ellisse introdotto nel cortile. How do we live together (2019) è costituita da un grande arco metallico che invade in diagonale lo spazio di una sala in cui il soffitto è rivestito da una superficie specchiante. Tramite un effetto di illusione tipico di Eliasson, utilizzato in celebri opere come The weather project (2003) alla Tate Modern, l’arco si raddoppia diventando un cerchio, una sorta di anello che unisce lo spazio reale con quello irreale. L’installazione Solar compression (2016) è costituita invece da un disco circolare sospeso, specchiante su entrambi i lati, in costante movimento. L’opera emana dal suo interno una luce gialla che inonda l’ambiente.

La stessa luce è alla base dell’installazione Room for one colour (1997), dove in uno spazio totalmente vuoto la luce delle lampade monofrequenza trasforma tutti i colori in sfumature di grigio, giallo e nero, accentuando tuttavia la percezione dei dettagli da parte degli spettatori. Beauty (1993) propone uno spettacolare arcobaleno – in cui fasci di luce colorata brillano in una cortina di nebbia – realizzato giocando con la luce, le gocce d’acqua in sospensione e soprattutto l’effetto ottico in cui il pubblico è chiamato a immergersi.

Firefly double-polyhedron sphere experiment (2020) è un grande poliedro di vetri colorati verdi, arancioni, gialli, ciano e rosa – che nasce dall’interesse dell’artista per i temi dell’ecologia e dell’energia rinnovabile – immerge lo spettatore nel mondo dell’opera attraverso la luce. Nella stessa sala Colour spectrum kaleidoscope (2003).

Olafur Eliasson, Beauty, 1993. Installation view: Moderna Museet, Stockholm 2015  Photo: Anders Sune Berg © 1993 Olafur Eliasson
Olafur Eliasson, Beauty, 1993. Installation view: Moderna Museet, Stockholm 2015 Photo: Anders Sune Berg © 1993 Olafur Eliasson

STROZZINA

L’effetto moiré che invade il cortile del Palazzo riemerge anche negli spazi della Strozzina, che sono dedicati a una speciale nuova opera di Eliasson che che utilizza la tecnologia VR dal titolo Your view matter (2022). Indossando uno speciale visore, il pubblico entra in un mondo digitale da esplorare, costituito da sei diversi spazi virtuali, che diventano anche immersive video installazioni in una visione collettiva. Cinque di questi spazi prendono ciascuno la forma ognuno di uno dei cinque solidi platonici (il tetraedro, l’ottaedro, l’icosaedro, il dodecaedro e il cubo), il sesto ci conduce all’interno di un’immensa sfera.

Immersi in una realtà parallela accompagnata anche da una colonna sonora creata dall’artista, i visitatori possono muoversi in questi spazi virtuali interagendo con le loro complesse geometrie, muovendosi e guardando in tutte le direzioni in una profonda interazione esperienziale. Come l’architettura di Palazzo Strozzi non è un semplice contenitore, per Eliasson il visore VR non è solo un ripetitore di immagini predefinite, ma una macchina visiva che crea un’esperienza artistica sulla base dell’utilizzo da parte di uno spettatore attivo e coinvolto.

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