Amburgo, Germania. Una donna di 31 anni si è costituita alla polizia per il furto di un dipinto a olio di Pieter Aertsen da un museo di Bielefeld.
Una storia di pentimento e redenzione? Solo a metà. Infatti la donna ha sì confermato il furto, ma ha anche ammesso di aver smarrito il dipinto rubato.
Il 27 aprile, in pieno giorno, una donna (ancora non definitivamente identificata) ha rimosso il dipinto del XVI secolo Ritratto di giovane donna dalla cornice, nascondendolo in una grande cartella ed è uscita dal Museo Huelsmann di Bielefeld. Secondo le informazioni trapelate, avrebbe poi perso l’opera quella stessa sera.
Pieter Aertsen, l’autore del dipinto, è stato un pittore olandese dallo stile manierista. Si riconduce a lui l’invenzione della pittura di genere monumentale, un mix di natura morta e pittura di genere dai marcati riferimenti biblici. Ciò che lo differenziava dai suoi contemporanei, che poneva al centro l’immagine religiosa, è che Aertsen metteva in primo piano oggetti quotidiani o semplici passanti.
Tornando al furto, nonostante la confessione, la faccenda appare tutto tranne che risolta. Perquisito l’appartamento della donna, l’opera non è stata rinvenuta. Inoltre le domande sono veramente tante: perché la donna ha confessato? É stata veramente lei? Dove e come può aver perso l’opera? E se non è stata lei, perché ha confessato? Qualsiasi siano le risposte, la faccenda pare complessa e le informazioni a disposizioni troppe poche.
Al momento non rimane che gustarci il paradossale contenuto di questa notizia: una donna ha rubato un quadro e poi l’ha perso. Credere o meno a questa versione è solo questione di fede. E di ironia.