Tempo di bilanci. Concluse le aste del primo semestre, è il momento di tirare le somme. Non sono stati sei mesi qualunque, ma quelli in cui il mercato dell’arte era chiamato a confermarsi. A dimostrare che la ripresa fatta registrare nel 2021 non era episodica, ma concreta. E così è stato
Difatti, nonostante il clima d’incertezza mai pienamente sopito, nel 2022 le più grandi case d’asta nazionali hanno registrato risultati importanti. In linea, se non ancora migliori, rispetto a quelli del 2021.
Grazie al ritorno in presenza, ma anche in virtù degli strumenti virtuali e ibridi. Ormai piattaforme essenziali per garantire alternative ai collezionisti e per raggiungere i buyer in ogni angolo del mondo. Nuove soluzioni frutto di una notevole propensione al rischio del settore. Che non ha avuto timore di rinnovarsi in un periodo critico, ed è stato premiato.
Ciò ha consentito di proporre un’offerta sempre più ampia e ibrida, che ha annesso alle vendite lotti particolari come cimeli sportivi, streetwear, strumenti musicali. Senza dimenticare l’ascesa degli NFT e della digital art. A sua volta questo ha saputo attrarre nuovi collezionisti, giovani e con interessi moderni.
Nel complesso questi elementi hanno portato a sviluppare un nuovo assetto, una rimodulazione del mercato – sia da parte della domanda che dell’offerta – che ha paradossalmente giovato delle ristrettezze pandemiche. Più digitale, dinamico, aperto alla novità. E tutte le maison ora ne stanno giovando.
Ecco il primo semestre 2022 di Blindarte.
Qual è stato il fatturato del primo semestre 2022?
2.200.00 euro.
Quali sono stati i tre top lot?
- Mimmo Paladino, Hortus. venduto a 125.000 euro
- Salvo, La valle. Venduto a 155.500 euro (record mondiale per l’artista)
- Yayoi Kusama, Dress (A), 167.500 euro
Il commento della casa d’aste.