Testi estratti dal volume “Economia dell’Arte” per pubblicazione su ArtsLife a puntate.
L’intervista fa parte del capitolo “Consulenza a regola d’arte: il servizio di art advisory” di Giorgia Ligasacchi , tratto dal recente volume “ Economia dell’Arte. Mercato, diritto e trasformazione digitale ”, curato da Annapaola Negri-Clementi ed edito da Egea, 2023. Per approfondimenti clicca qui .
L’attività collezionistica è ampia e multiforme, e in grado di soddisfare ogni più disparato piacere umano. Oltre all’opera d’arte, di cui si ha avuto modo di scrivere approfonditamente nelle pagine precedenti, e che rappresenta sicuramente la categoria più attenta sul mercato, è giusto ricordare che il mondo del collezionismo è abitato anche da tutta una serie di altri beni o oggetti da collezione che vantano peculiarità e proprie regole di valutazione.
Al fine di avere una visione più completa e nitida dell’universo del collezionismo, si propone ora un’analisi di alcuni settori di interesse attraverso il supporto di professionisti ed esperti (appartenenti a case d’asta o società specializzate) che, grazie alla loro profonda esperienza e passione, guidano il lettore alla scoperta dei settori dei gioielli e preziosi, degli orologi, della numismatica e delle auto d’epoca [1] .
La valutazione economica di una pietra preziosa e altre curiosità sul settore dei gioielli Intervista a Teresa Scarlata, Capo Dipartimento Gioielli e Preziosi di Wannenes Art Auctions e Direttrice Ufficio Wannenes Monte Carlo
Come si valuta una pietra preziosa? Quali sono gli aspetti che un esperto deve considerare per fornire la sua stima?
Oltre agli elementi base – taglio (e sue proporzioni); scala di colore per i diamanti, mentre per le pietre di colore si parla di omogeneità e intensità; purezza (inclusioni); caratura (o peso); e trattamenti (termici, con oliature o resine) – bisognerà tenere d’occhio tutta una serie di altre variabili. La firma, l’epoca, la provenienza e la rarità sono gli elementi aggiuntivi, decisivi per completare il puzzle di valutazione. Un aiuto che gli esperti hanno viene dal Rapaport che è il listino internazionale dei prezzi dei diamanti e delle tendenze di mercato per le pietre di colore. Un esempio che riassume tutti questi parametri è la Perla Peregrina – una perla naturale a goccia montata su una preziosa collana firmata Cartier – aggiudicata da Christie’s New York nel 2011 per 11,8 milioni di dollari durante la celebre asta dedicata alla collezione appartenuta a Elizabeth Taylor [2] . Come per le opere d’arte, la qualità, l’epoca, la firma e la straordinaria provenienza hanno giocato un ruolo importante nella formulazione del risultato finale.
Cosa sono le certificazioni gemmologiche ea cosa servono?
Le certificazioni gemmologiche afferiscono all’ambito della provenienza del bene, non in riferimento alla proprietà, bensì al luogo da cui le pietre sono state estratte. Anche in questo caso, come per le opere d’arte dove è importante possedere il certificato di autenticità rilasciato dall’archivio o fondazione dell’artista, in fase di vendita è fondamentale ottenere le certificazioni gemmologiche che sono garanzia del valore economico della pietra e che consentire di ambire a una massimizzazione della stessa. La certificazione rappresenta la carta d’identità della pietra, raccontando tutti gli elementi base e aggiuntivi visti sopra; in particolare, ne determina l’origine che, a seconda del risultato, cambierà di molto la sua performance sul mercato. Per esempio, una coppia di orecchini in oro con diamanti e zaffiri, proposta in asta da Wannenes il 13 luglio 2022 e venduta a 1,35 milioni di euro, è stata fatta visionare dall’istituto svizzero SSEF che ha dichiarato provenienza degli zaffiri dal Kashmir [ 3] . Un esito ben gradito che ha fatto sì che la sua stima fosse di 400-600.000 euro, contro una valutazione di soli 50.000 euro, qualora fosse venuto da altre miniere; così come per un altro paio di orecchini con zaffiri Kashmir aggiudicati a 2,96 milioni di euro partiti da una stima di 1-1,5 milioni da Wannenes Monte Carlo nel 2019 [4] . Questi salti di valore sono dovuti alla bellezza e, soprattutto, alla rarità degli zaffiri provenienti da miniere in via di esaurimento.
Quali sono e dove si trovano i primari laboratori gemmologici nel mondo?
A livello europeo, sono CISGEM (a Milano, specializzato in diamanti, pietre di colore e perle), SSEF (a Basilea, pietre di colore e perle), HDR (ad Anversa, diamanti), Gubelin (a Lucerna, pietre di colore) . A New York hanno sede, invece, i due colossi esperti di diamanti, anche di grande caratura, e pietre di colore: GIA e AGL. Spesso, in asta, le pietre più importanti vengono corredate da due o più certificazioni gemmologiche, europee e internazionali, al fine di catturare l’attenzione del più ampio pubblico di collezionisti possibile e garantirne l’assoluta autenticità.
Quali sono, infine, i protagonisti di questo mercato e come si comportano?
Rubini, zaffiri, smeraldi, diamanti di colore o, i più classici, diamanti incolori. Il settore offre una gamma davvero ampia ed eterogena con specifiche caratteristiche. Tra le pietre di colore, il rubino, in particolare, quello birmano non scaldato, o pigeonblood , è la tipologia più forte e ha favorito la crescita dei «colleghi» meno famosi provenienti da Thailandia, Vietnam, Cambogia e Africa. Anche per lo zaffiro, la provenienza birmana è molto ambita, insieme a quella del Kashmir e del Ceylon. Noti di menzione anche «i Madagascar» che hanno un’intensità di blu molto marcato. Infine, lo smeraldo è la pietra con lo spettro qualitativo più esteso e, di conseguenza, con valori di mercato che possono variare anche di molto a causa delle loro caratteristiche. Gli smeraldi di colore intenso e quasi privi di inclusioni sono rari e hanno delle citazioni molto alte. Ma esistono anche i diamanti che vantano diverse colorazioni. Per quanto meno rari dei blu e dei verdi, i diamanti rosa sembrano avere un mercato migliore al momento (2022-2023), forse grazie all’apprezzamento degli asiatici. Il giallo è in leggera flessione, dovuta a una grande immissione sul mercato negli ultimi anni, mentre il diamante rosso è in assoluto il più raro e desiderato (può valere anche un milione di dollari a carato). I classici diamanti incolori, dopo aver subito un brusco rallentamento quattro-cinque anni fa, segnando un meno 30 per cento di valore, stanno tornando a crescere. Infine, l’ultima tipologia di pietra che sta avendo un enorme successo è il Lab Grown Diamond: diamanti creati dall’uomo in laboratorio che, sebbene possiedano identiche caratteristiche fisiche e chimiche dei diamanti naturali estratti dalle miniere, hanno un prezzo molto più basso di questi ultimi, praticamente un terzo. Secondo il più recente report «The State of Fashion: Watches&Jewellery» a cura di Business of Fashion e McKinsey [5] , entro il 2025 il 20-30 per cento delle vendite di gioielli a livello globale sarà influenzato da considerazioni sulla sostenibilità ambientale ed etiche .
[1] Interviste condotte nei mesi di febbraio-marzo 2023.
[2] Asta The Collection of Elizabeth Taylor: The Legendary Jewels, Evening Sale (I) , Christie’s New York, 13 dicembre 2011, lotto 12.
[3] Asta Bijoux , Wannenes, Milano, 13 luglio 2022, lotto 185.
[4] Asta Bijoux &MontresRares , Wannens, Monte Carlo, 29 luglio 2019, lotto 452.
[5] Report «The State of Fashion: Watches &Jewellery», a cura di Business of Fashion e McKinsey, 14 giugno 2021.