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Frieze Week: da Christie’s l’arte africana contemporanea della ‘Sina Jina Collection’ di Robert Devereux

Robert Devereux

Il mecenate, filantropo e collezionista inglese Robert Devereux offrirà una selezione di arte africana contemporanea e della diaspora del valore di £ 2 milioni in asta da Christie’s a Londra il 13 ottobre durante la settimana di Frieze (12-16 ottobre, Regent’s Park)

Parte del ricavato andrà a beneficio di diverse associazioni che si occupano di ambiente. Devereux, 67 anni, ex partner del Virgin Group e marito di Vanessa Branson (che ha fondato la Biennale di Marrakech), colleziona arte contemporanea dall’Africa e dalla diaspora dall’inizio degli anni 2000.

Nel 2010 ha venduto la sua collezione di arte moderna britannica per 4 milioni di sterline per fondare l‘African Arts Trust, un ente di beneficenza che sostiene le organizzazioni di arte visiva contemporanea in Africa. La sua collezione d’arte africana è stata denominata Sina Jina Collection in onore della sua casa sull’isola di Lamu, in Kenya. “Sina Jina” significa “un luogo senza nome” in swahili.

L’asta si svolgerà il 13 ottobre 2022 insieme alla 20th/21st Century: London Evening Sale  e propone una selezione di 70 pezzi, tra  sculture, dipinti e fotografie. Gli artisti rappresentati nella vendita includono El Anatsui, Ibrahim El-Salahi, Nicholas Hlobo, William Kentridge, Marcia Kure, Elias Sime e Lynette Yiadom-Boakye.

Gli highlight saranno esposti da Christie’s Parigi a settembre in concomitante con la XXI edizione di Parcours du Monde (6-11/09), fiera d’arte dedicata alle culture e all’archeologia non occidentali e asiatiche e che riunisce ogni anno una cinquantina di gallerie specializzate in opere d’arte provenienti da Africa, Asia, Oceania, America e Archeologia a Saint-Germain-des-Prés, nel centro della città. Poi le opere voleranno a Londra dove saranno esposte dal 6 al 13 ottobre.

Lynette Yiadom-Boakye, Highpower (2007, estimate: £600,000-800,000)

Devereux ha conosciuto per la prima volta il lavoro di Lynette Yiadom-Boakye durante la residenza dell’artista a Gasworks, Londra, nel 2007. Vengono presentate quattro opere dell’artista, ognuna raffigurante un protagonista evocato dalla sua immaginazione. La figura in “Highpower” del 2008 (il dipinto più prezioso in asta, che stima £ 600.000-800.000) potrebbe essere un personaggio contemporaneo o la rappresentazione di un uomo rinascimentale. I suoi dipinti evitano volutamente di essere attribuibili a un momento particolare della storia, la sua pratica invece evidenzia che le figure nere sono sempre state presenti. “Manual” (2007, stima: £ 120.000- 180.000) ed “Erector” (2007, stima: £ 100.000-150.000) sono offerti insieme al trittico “Magic” (2007, stima: £ 150.000-200.000).

“The Tree” (2010, stima: £ 20.000-30.000) di Ibrahim El Salahi fa parte della serie che esplora le profondità della pura astrazione.  L’artista ha trascorso poco più di sei mesi incarcerato ingiustamente senza processo in Sudan. Le difficoltà che ha subito in prigione hanno avuto molta influenza in gran parte del suo lavoro successivo.

Ogal di El Anatsui (2003, stima: £ 60.000-80.000) è una scultura in legno che di caratterizza per l’uso espressivo del mezzo da parte dell’artista, in parte disegno, in parte scultura. “Patrice Lumumba” di Samuel Fosso (2008, stima: £ 12.000-18.000), tratto dalla sua serie “African Spirits”, vede Fosso abitare il corpo e lo spirito di Lumumba, abbracciare la sua persona e far rivivere le energie del leader visionario, il primo presidente del Congo (nel 1960) assassinato entro poche settimane dall’insediamento (gennaio 1961). Quest’opera è presentata insieme a “Le Chef: Celui Qui A Vendu L’Afrique Aux Colons” (1997, stima: £ 15.000-20.000), che è stato sulla copertina del catalogo dell’esposizione “Africa Remix” di arte contemporanea africana esposta a partire dal 2004 al Museum Kunst Palast di Düsseldorf, alla Hayward Gallery di Londra, al Centre Pompidou di Parigi, al Mori Art Museum Tokyo e alla Johannesburg Art Gallery.

El Anatsui, Ogal (2003, estimate: £60,000-80,000)

Il lavoro di Aboudia è popolato di teschi ed espressioni infestate che trasmettono il trauma del periodo compreso tra il 2010 e il 2011, durante la seconda guerra civile ivoriana, quando l’artista decide di rimanere ad Abidjan, la città più popolosa ed ex capitale della Costa d’Avorio. L’opera monumentale “Untitled” (2011, stima: £ 60.000-80.000) emana l’urgenza che trasmettono i suoi dipinti arditi ed espressivi tramite un uso costantemente audace del colore saturo.

Elias Sime fa riferimento e attinge alle tradizioni artigianali della tessitura e dell’intreccio, creando opere da circuiti, fili, tastiere, tutti provenienti dal più grande mercato all’aperto dell’Africa, ad Addis Abeba.

www.christies.com

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