Print Friendly and PDF

Le stampe di Paolo Rego dedicate all’aborto aprono l’Armory Show 2022

Paula Rego, 'Untitled 2', 1999. COURTESY ESTATE OF PAULA REGO AND CRISTEA ROBERTS GALLERY, LONDON ©️ ESTATE OF PAULA REGO Paula Rego, 'Untitled 2', 1999. COURTESY ESTATE OF PAULA REGO AND CRISTEA ROBERTS GALLERY, LONDON ©️ ESTATE OF PAULA REGO
Paula Rego, 'Untitled 2', 1999. COURTESY ESTATE OF PAULA REGO AND CRISTEA ROBERTS GALLERY, LONDON ©️ ESTATE OF PAULA REGO
Paula Rego, ‘Untitled 2’, 1999. Courtesy estate of Paula Rego and Cristea Roberts Gallery, London ©️ Estate of Paula Rego
A proporle la Cristea Roberts Gallery di Londra, che devolverà parte del ricavato delle vendite in beneficienza. Un modo per proseguire l’impegno sociale che l’arte di Paula Rego ha sempre portato avanti.

Negli Stati Uniti, nonostante Donald Trump non sia più Presidente, non si arresta il conflitto tra politica e società. E, nella fattispecie, tra politica e comunità artistica. Sotto la lente d’ingrandimento, e come potrebbe non esserlo, la decisione della Corte Suprema a proposito dell’aborto. Una sentenza che consente ai singoli Stati di decidere in maniera autonoma sulla materia, fino a rendere la pratica illegale. Una questione anacronistica, a più tratti inquietante.

A protestare sono in molti. Tra questi anche il mondo dell’arte. In particolare l’Armory Show – storica fiera di New York – ha pensato di dedicare al tema una speciale esibizione di stampe di Paola Rego. A presentarle, all’inizio del percorso di fiera, la Cristea Roberts Gallery di Londra. La galleria – che rappresenta a livello mondiale l’artista, soprattutto per quanto riguarda le stampe – propone un nucleo di opere che la pittrice aveva dedicato all’aborto e alla necessità di averne libero accesso.

Rego nacque a Lisbona nel 1926 durante la dittatura di António de Oliveira Salazar. Un regime particolarmente oppressivo, soprattutto per le donne, che non ottennero il diritto di voto fino al 1976. Anche per questo l’artista si trasferì in Inghilterra a vent’anni. Nonostante abbia vissuto all’estero gran parte della sua vita, la sua arte ha continuato a interessarsi attivamente alla difficile situazione delle donne in Portogallo. Il Paese, prevalentemente cattolico, aveva per esempio rigide restrizioni sull’aborto: la procedura poteva essere condotta solo se la gravidanza rappresentava un pericolo per la vita della madre, il feto non era vitale o la gravidanza era il risultato di uno stupro. Anche se poi, come spesso accade, la questione da etica diventava politica e sociale: “La restrizione all’aborto ha colpito i poveri in modo sproporzionato“, ha detto Rego al Guardian nel 2019. “Se eri ricco era più facile trovare un modo sicuro per abortire, di solito viaggiando in un altro paese. Le povere donne sono state massacrate”.

Così nei suoi 70 anni di carriera Rego è più volte tornata sul tema, lanciando il suo messaggio di protesta. Come nel 1998, quando ha realizzato una serie di immagini legate all’aborto ispirate al fallimento di un referendum proposto in Portogallo per legalizzare l’aborto. Un altro referendum, nel 2007, avrà finalmente successo. Nelle sue opere – pastelli, incisioni, stampe, dipinti – l’artista ha dato spazio a giovani donne angosciate, dilaniate dall’impossibilità di poter liberamente disporre di se stesse.

I pezzi più noti della serie sono i monumentali pastelli, esposti in tutto il mondo. Da ultima l’importante retrospettiva alla Tate Britain di Londra (2021). Le incisioni raccontano lo stesso potere sconforto nel medesimo linguaggio crudo e impattante.

Le dieci incisioni dell’Armory Show mostrano donne in ambienti domestici. Spesso intente a fare da sole ciò che lo Stato nega loro. Sebbene i corpi e i volti siano contorti dal dolore, il loro spirito rimane indomito. Le scene sono al tempo stesso crude ed evocative. Le circostanze drammatiche sono evidenti, eppure il gesto estremo non è mai raffigurato. Non c’è mai sangue o violenza esplicita. La sofferenza emerge dai dettagli, tracciati narrativi che lo spettatore unisce senza fatica, pur non vedendoli direttamente rappresentati.

L’Armory Show (in programma dal 9 all’11 settembre allo Javits Center di New York), con la collaborazione della Cristea Roberts Gallery devolverà il ricavato delle vendite delle due stampe più recenti della serie, realizzate poco prima di morire, all’Abortion on Demand. Le donazioni saranno effettuate a nome dell’artista da poco scomparsa.

Commenta con Facebook