L’artista sceglie lo storico spazio di San Vito per una mostra che evoca la libertà interiore che può concedere l’arte
“Ho cercato per oltre un anno uno spazio che fosse simbolo di segregazione. Un carcere o qualcosa del genere. Fino a quando non ho individuato questo sito sensazionale e terribile”. Così l’artista, scrittore e performer Roberto Floreani racconta la genesi della sua mostra Astrazione come Resistenza, che si aprirà sabato 3 settembre a San Vito al Tagliamento. Nelle Ex carceri Imperiali Asburgiche, che sono il sito individuato. Un progetto che vuole evocare “la libertà interiore che può concedere l’arte, pur in uno spazio di contenzione”, continua. “Esperienza che, seppur in modo diverso, abbiamo condiviso nel lock down”.
Le otto celle perfettamente restaurate saranno sede di altrettante micro-installazioni site -specific per ogni serie recente delle opere dell’artista, realizzate in questi ultimi 18 mesi. Dai Ritmati alle Costellazioni, dai Prima Materia ai Candidi. Il titolo – Astrazione come Resistenza – replica quello del saggio pubblicato da Floreani nel 2021. Nato “dalla necessità di riconoscere il significato salvifico dell’Arte, dopo un lungo periodo di costrizione pandemica e in una situazione odierna di grande difficoltà collettiva”. Completerà il progetto una “Azione Teatrale Astrazione come Resistenza”, che l’artista metterà in scena all’Antico Teatro “G.G. Arrigoni” di San Vito il 29 settembre.
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