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“Il mattino ha Lory in bocca”. A Bari inaugura la prima mostra da balcone

Al primo piano il balcone di casa dei collezionisti Loredana Savino e Matteo De Napoli Al primo piano il balcone di casa dei collezionisti Loredana Savino e Matteo De Napoli
Al primo piano il balcone di casa dei collezionisti Loredana Savino e Matteo De Napoli
Al primo piano il balcone di casa dei collezionisti Loredana Savino e Matteo De Napoli

Dal 30 agosto al 4 settembre l’arte si presenta dal balcone di casa dei collezionisti Loredana Savino e Matteo De Napoli

Un sorriso noir con le labbra dell’Arte e un saluto all’agosto che fugge. A Bari il curatore Francesco Paolo del Re presenta dal 30 agosto al 4 settembre “Il mattino ha Lory in bocca”, la prima mostra in città fatta… da un balcone. Una collettiva di tredici artisti: da Natascia Abbattista a Mariantonietta Bagliato, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Marika D’Ernest, Luca De Napoli. E poi Sabino de Nichilo, Antonio Milano, Ezia Mitolo, Stefania Pellegrini, Fabrizio Proviciali, Giuseppe Verga, Claudio Zorzi.

Sui balconi di casa dei collezionisti Loredana Savino e Matteo De Napoli, a un primo piano nel quartiere della Madonnella, un susseguirsi di opere d’arte contemporanea – tra fotografie, dipinti, sculture, installazioni e neon – si offrono allo sguardo del passante metropolitano, senza pretese didascaliche, ma piuttosto con ludico compiacimento d’impatto. “Oggi Bari è una città con pochissimi spazi e pochissima attenzione per l’arte contemporanea. A questa mancanza noi abbiamo deciso di rispondere a modo nostro, pensando a un’arte che – se non ha muri, non ha porte e non ha luoghi in cui ritrovarsi – ha però balconi”, commenta il curatore, che pur scherzando sull’espressione folleggiante stare fuori come un balcone, ragiona sulle dinamiche di interno/esterno, pubblico/privato e sullo sconfinamento dell’oggetto d’arte.

 

Pierluca Cetera, L'Ozio, 2019, olio su tela
Pierluca Cetera, L’Ozio, 2019, olio su tela

Balcony art

Tinta di una levitas estiva, l’operazione, figlia della balcony art sdoganata in tempo di quarantena, conserva in sé un enorme potenziale: convertire l’apatia del flâneur postmoderno nella ghiottoneria del voyeur da vernissage. Nei giorni della mostra e anche successivamente sarà possibile visitare su appuntamento la casa dei collezionisti. Che ospitano, tra le altre, opere di Giovanni Albore, Michele Ardito, Cristiano De Gaetano, Gaël Davrinche, Saverio Paternoster, Senait Stella, Teresa Vallarella. Inoltre, in occasione dell’inaugurazione della mostra, il 30 agosto, Natascia Abbattista si esibirà nella performance su balcone “Perdere l’amore”. Struggente e ironica insieme, anch’essa fruibile direttamente dalla strada. Performance che nulla ha a che vedere con l’oscena azione su balcone di Sanja Iveković del ’79, dimentica, allora, della differenza tra spettacolarizzazione e arte.

Nei passages baresi “Il mattino ha Lory in bocca” s’inserisce come una mostra semiotica, che, certo, lascerà una traccia sanguigna nel solco della città, aprendo forse ad una nuova possibilità di fruizione, che ribalta l’elitarismo dei palchetti aristocratici del teatro d’Ottocento invertendone le prospettive. Non più dal balcone si osserva la strada (palcoscenico), bensì dalla strada il balcone. E, se qualcuno ha scritto e sostenuto che l’arte ha perso aura ed aureola, quanto meno guadagna qui un upgrade spaziale e intellettivo. Un seggio soprelevato, un balcone del primo piano.

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