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Oltre la pittura. Il genio totale di Giulio Romano, la mostra a Mantova

Dettaglio, Giulio Romano e allievi Camera di Amore e Psiche1527affresco, Mantova, Palazzo Te, Foto: Gianmaria Pontiroli, Fondazione Palazzo Te

Fondazione Palazzo Te presenta “Giulio Romano. La forza delle cose“, a cura di Barbara Furlotti e Guido Rebecchini, visitabile dal pubblico dall’8 ottobre 2022 all’8 gennaio 2023. Grazie a prestiti internazionali e opere ricreate, sono stati riportati in vita oggetti perduti e senza tempo: una mostra che ricostruisce il genio che Giulio Romano seppe trasmettere anche nel design.

Con Giulio Romano. La forza delle cose, Palazzo Te svela il prodigioso talento da designer dell’artista che tanto contribuì a creare l’immagine dei Gonzaga, riportando nelle sale del “suo” Palazzo gli straordinari oggetti concepiti per contribuire alla creazione dello “stile di vita” della corte dei signori della Mantova rinascimentale.

Il genio di Giulio Romano anche nella realizzazione degli oggetti era ben noto fin dal passato, tanto che Giorgio Vasari citò per ben due volte nelle sue Vite la spettacolare credenza nella Sala di Amore e Psiche a Palazzo Te, che ebbe modo di vedere nel 1541. Da questa stessa credenza prende spunto il progetto espositivo, per celebrare l’energia creativa di Giulio Romano come designer di oggetti di alta rappresentanza, capaci di animare lo spazio della corte.

Giulio Romano. La forza delle cose Ricreazione della Brocca a forma di Delfino primo test stampato in 3D in scala ridotta, Oak Taylor-Smith per Factum Foundation

Realizzati in materiali preziosi e decorati da forme in cui si integravano motivi classici, imprese gonzaghesche ed elementi naturali, armi, vasi, brocche, piatti, e perfino saliere e coltelli erano espressione del raffinato gusto della corte mantovana e contribuivano in modo determinante a plasmarne un’immagine di assoluto splendore in competizione con le grandi corti europee. In questo senso, la grande fantasia di Giulio Romano ebbe un ruolo determinante nel trasformare Mantova in un avamposto del design cinquecentesco.

Coscienti del prestigio derivante da questa produzione, i Gonzaga furono molto accorti nel proteggere quello che oggi chiameremmo il copyright delle creazioni giuliesche, arrivando ad esercitare un controllo pressoché esclusivo sulle sue idee. Dopo la morte dell’artista, la circolazione dei progetti giulieschi si intensificò, raggiungendo una scala europea: l’eco delle sue soluzioni fantasiose si avverte infatti in oggetti di lusso prodotti alla corte di Spagna, Fontainebleau e Praga nella seconda metà del Cinquecento.

La mostra raccoglie un vasto corpus di progetti di Giulio Romano per armi e oggetti in argento provenienti da numerose istituzioni europee, i quali illustrano come l’artista avesse trovato proprio in questa produzione la dimensione ideale per esprimere la sua vena più fantasiosa, libera e originale. Da segnalare l’eccezionale prestito di fogli sciolti provenienti dal Codice Strahov, un ricco album di progetti giulieschi, appartenuto a Jacopo Strada e conservato a Praga, qui esposto per la prima volta dopo un accurato restauro. Accompagnano le invenzioni giuliesche alcuni straordinari disegni di famosi artisti cinquecenteschi che pure si cimentarono nella progettazione di oggetti in argento, come Michelangelo, Francesco Salviatie Girolamo Genga. Esposta in mostra anche un’accurata scelta di quadri e una vasta selezione di raffinate opere di design italiano ed europeo del Cinquecento, che mostrano come l’impegno in questo campo non fu qualitativamente inferiore a quello profuso in altri campi della produzione artistica.

Giulio Romano. La forza delle coseRicreazione della Pinza da tavola a forma di becco d’anatra primo test in peltro, Oak Taylor-Smith per Factum Foundation

La mostra si articola in cinque sezioni. La prima sezione, nella Camera degli Imperatori, è interamente dedicata al design per armi e armature, oggetti che avevano tanto rilievo nella vita di corte. Caso unico ed eccezionale in cui progetto di Giulio Romano e oggetto sono sopravvissuti sino a noi, vengono qui esposti il disegno giuliesco per lo scudo di Carlo Ve lo scudo stesso (rispettivamente Haarlem, Teylers Museum e Madrid, Patrimonio Nacional). Nella Camera delle Candelabre, la seconda sezione mostra come anche i più grandi artisti del Cinquecento progettassero oggetti animati da esuberanti figure umane creando in questo modo narrazioni simili a quelle illustrate in affreschi e dipinti. Vengono qui presentati alcuni capolavori graficidi questo genere.

La terza sezione, allestita nella Sala delle Cariatidi, è interamente dedicata all’opera grafica di Giulio Romano. Si espone qui un’ampia selezione di progetti in cui l’artista combina modelli antichi o all’antica con elementi naturali, come foglie o racemi, e animali, come cigni e mostri marini, producendo immagini sorprendentemente fantasiose. Nella Camera dei Capitani, la quarta sezione vuole ricreare l’atmosfera di splendore che caratterizzava l’esperienza del banchetto cinquecentesco. Se la varietà di forme dei disegni qui esposti illustra la fantasiosa creatività degli artisti cinquecenteschi, gli oggetti stessi esaltano l’eccellente padronanza tecnica degli orefici loro contemporanei. La mostra si conclude con la quinta sezione nella Camera delle Vittorie, dove sono esposti quattro progetti di Giulio Romanoninsieme alle rispettive repliche tridimensionali realizzate da Factum Arte.

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