L’UNESCO ha annunciato il suo sostegno all’Ucraina per la candidatura dello storico porto di Odessa alla sua lista dei siti protetti.
Odessa, il porto più grande del Mar Nero e importante snodo di transito per le esportazioni di grano dall’Ucraina, si trova a circa 11 km dalla prima linea d’invasione russa. La struttura, oltre al porto e gli edifici connessi, comprende anche il Museo delle Belle Arti di Odessa, un palazzo d’inizio XIX secolo che ospitava più di 12.000 opere fino allo scoppio della guerra. A quel punto, ormai mesi fa, il personale del museo ha rimosso la maggior parte della collezione e l’ha trasferita al sicuro. L’edificio continua però ad essere danneggiato dal fuoco dell’artiglieria russa.
Per questo il ministro della cultura ucraino Oleksandr Tkachenko e il direttore generale dell’UNESCO Audrey Azoulay vogliono accelerare il processo d’ingresso del porto di Odessa tra i siti protetti della UNESCO World Heritage List. Ovviamente nulla si potrebbe contro i missili russi. Ma a quel punto, in caso di attacco, le sanzioni per la Russia sarebbero ancora più aspre.
Lo stesso procedimento è stato avviato per la Cattedrale di Santa Sofia a Kiev e il centro storico di Leopoli, entrambi già riconosciuti come siti dell’UNESCO, ma non ancora nella lista dei siti a rischio.
Secondo l’organizzazione sono già 175 i siti culturali e storici ucraini danneggiati dalla guerra. Tra questi ci sono monumenti, musei (tra cui il Museo d’Arte Occidentale e Orientale), biblioteche ed edifici religiosi. L’UNESCO ha da subito intenzione di finanziare il restauro dei musei danneggiati, di finanziare l’assunzione di personale aggiuntivo dedicato alla salvaguardia delle loro collezioni e di supportare gli sforzi per digitalizzare le opere d’arte e fornire ulteriori dispositivi di protezione. La guerra nella guerra è quella combattuta per salvaguardare la propria storia.