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Un esperimento svela i pregiudizi di genere nella valutazione di un’opera d’arte

Mary Cassatt, Ellen Mary Cassatt with a large bow in her hair (1909). Private collection. John Singer Sargent, Portrait of Jeanne Kieffer (1879). Private collection. Mary Cassatt, Ellen Mary Cassatt with a large bow in her hair (1909). Private collection. John Singer Sargent, Portrait of Jeanne Kieffer (1879). Private collection.
Mary Cassatt, Ellen Mary Cassatt with a large bow in her hair (1909). Private collection. John Singer Sargent, Portrait of Jeanne Kieffer (1879). Private collection.
Mary Cassatt, Ellen Mary Cassatt with a large bow in her hair (1909) e John Singer Sargent, Portrait of Jeanne Kieffer (1879)
Quando confrontiamo le opere di artisti e artiste il nostro giudizio è influenzato da questioni di genere? Siamo portati a pensare che una sia migliore dell’altra? Secondo un nuovo studio, no. In compenso è emerso che le opere realizzate da un artista uomo sono considerate più famose e dal valore economico più elevato. Almeno questo è quel che risulta dalla ricerca condotta da Robert Hoffmann, professore all’Università della Tasmania, e Bronwyn Coate, docente di economia al Royal Melbourne Institute of Technology.

Un risultato che in realtà non sorprende più di tanto. Gli uomini dominano sia il mercato – nel 2019 le donne rappresentavano solo il 2% delle vendite all’asta – sia la presenza in mostra – sempre nel 2019, in 26 importanti musei americani le donne rappresentavano solo l’11% delle acquisizioni e il 14% delle esposizioni.

Dati inquietanti che fotografano una triste realtà: nonostante le opere possano presentarsi pressoché analoghe, il pubblico è indotto a meglio considerare i lavori realizzati da artisti uomini. Ciò porta i collezionisti a investire più sulle loro opere, rinforzando quindi l’idea che effettivamente siano di maggior valore. Un circolo vizioso innescato da uno stereotipo e che va a rinforzare lo stesso.

Ad analizzarne le dinamiche è lo studio condotto dai due professori, in uscita nel prossimo numero del Journal of Economic Behaviour and Organization con il titolo “et quasi and statistical gender discrimination in an art valuation experiment.

Eva Gonzalès, Roses in a Glass (ca. 1880–82). Gustave Caillebotte, Yellow Roses in a Vase (1882). Collection of the Dallas Museum of Art.
Eva Gonzalès, Roses in a Glass (ca. 1880–82) e Gustave Caillebotte, Yellow Roses in a Vase (1882)

In ciascuno dei quattro esperimenti condotti, a un gruppo di 1.112 americani medi è stato chiesto di esaminare una serie di coppie di dipinti. Create tra il 1625 e il 1979, le opere erano incredibilmente simili per stile e soggetto, ma una era di un uomo e l’altra di una donna.

Nel primo esperimento, a un gruppo di partecipanti veniva assegnato solo il titolo dell’opera, mentre nell’altro avevano anche il nome dell’artista, e quindi potevano intuire se l’artista fosse maschio o femmina. In entrambi i gruppi, il 54% degli intervistati ha preferito il lavoro delle donne.

Il risultato è stato lo stesso in un secondo esperimento, che chiedeva ai partecipanti di indovinare quale opera fosse più popolare tra gli intervistati.

Ma nel terzo e nel quarto esperimento, alla domanda su quale delle due opere fosse più preziosa e quale artista fosse più famoso, il numero di voti per i dipinti femminili è diminuito rispettivamente del 10% e del 9%.

Dunque la forbice significativa si apre nel momento in cui vengono presi in considerazioni questioni economiche e sociali. Limitandosi ai fattori estetici, dunque più direttamente riferibili al contenuto qualitativo del lavori, non emergono differenze rilevanti tra i generi. É solo quando bisogna declinare l’analisi in termini di valore e fama che allora si innesca un pregiudizio favorevole agli artisti uomini. Un vantaggio probabilmente maturato nei secoli, in cui gli artisti maschi hanno avuto maggiore accesso a un’educazione e a una carriera artistica. Privilegio che alle donne è stato a lungo negato.

Lilla Cabot Perry, The Cellist. Private collection. William Merritt Chase, The Mandolin Player (1879). Private collection.
Lilla Cabot Perry, The Cellist e William Merritt Chase, The Mandolin Player (1879)

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