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Elogio all’eleganza della linea. Paul Klee dalla collezione dei coniugi Helft a Lugano

Paul Klee, Illustrazione, 1928, Penna su carta Collezione privata © Nicolas Borel

Fino all’8 gennaio 2023, il MASI Lugano ospita la mostra Paul Klee. La collezione Sylvie e Jorge Helft. Oltre una settantina di disegni a penna e matita, insieme ad acquerelli, litografie, acqueforti ripercorrono la ricca e inconfondibile produzione dell’artista, che tanto affascina i collezionisti Helft da più di cinquant’anni.

In punta di penna. Linee sottili, sincopate, ritmate, continue, narranti. Paul Klee, negli oltre quattromila disegni che ha prodotto dal 1914 alla sua morte (1940) ha raccontato storie, presentato personaggi bizzarri e isolato stati d’animo. E lo ha fatto in punta di penna, di matita. Ma anche con le parole. Tutti i titoli degli oltre settanta disegni in mostra a Lugano giocano con impossibili associazioni, intraducibili modi di dire dialettali, o enigmatiche situazioni. Klee si rivela un cantastorie gioioso, divertito dal “portare a spasso una linea”, come lui stesso ripeteva. Del resto, la visione della vita di Klee era piena di ironico distacco dagli orrori e dalle difficoltà che la storia allora presentava.

Forme in divenire, delicatissime infiorescenze, architetture impossibili, creature ibride, sono tracciate sulla carta, il supporto preferito da Klee, con linee approssimative, delle volte così leggere da risultare quasi illeggibili da lontano. Altre volte con linee continue: Klee, come in un gioco infantile, non staccava la punta del gessetto, del pennello, della penna dal foglio, dando vita a forme e situazioni tra loro interconnesse. Quasi mai l’artista sceglie di usare il colore. Preferisce composizioni leggere, ridotte ai tratti essenziali, scarnificati. Klee amava disegnare, forse ancor più di dipingere, tanto che continuerà a farlo fino alla fine dei suoi giorni, quando la malattia e l’urgenza di continuare a creare e dire lo porteranno a ridurre ulteriormente il tratto a segni ancora più rapidi, seppur più spessi e materici e meno eleganti.

Paul Klee, Cattiva mami, 1939, Colore a colla, tempera e acquerello su carta su cartone. Collezione privata © Nicolas Borel

Tutte le opere in mostra, per la prima volta svelate al pubblico in una successione di sale dall’atmosfera domestica, appartengono alla collezione privata di due appassionati dell’opera di Paul Klee: Jorge Helft e la moglie Sylvie. Lui cresciuto in una famiglia di antiquari e mercanti d’arte, lei figlia di scienziati, si incontrano nel comune interesse per il mistico regno immaginifico di Klee.

La versatilità di Klee, uomo interessato a tutte le arti, alla scienza, alle più recenti scoperte tecniche, rivive tra le sale del museo, nel susseguirsi delle sezioni che isolano diversi temi. Come la natura, vera forza generatrice per l’artista, da cui scaturiscono forme spontanee, spesso innaturali; la figura umana e il mondo animale, ritratti in una simbiosi ideale. E ancora, gli anni del Bauhaus e della guerra, fino al rapporto di Klee con le arti performative, ereditato dal padre Hans Klee, professore di musica, e la madre, Ida Frick, cantante e violinista.

La mostra in corso al MASI di Lugano, oltre a celebrare la visionarietà dei coniugi Helft, è un elogio all’eleganza della linea nell’opera di Paul Klee, vero fil rouge che lega tutte le opere esposte.

Paul Klee, La strega con il pettine, 1922, litografia. Collezione privata © Nicolas Borel
Paul Klee, Esperienza crudele, 1933, Acquerello su carta su cartone Collezione privata © Nicolas Borel

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