Ultimi giorni per visitare la mostra nel Sottoporticato di Palazzo Ducale dedicata a Vittorio Gassman che si chiude domenica 18 settembre
Vittorio Gassman è nato a Genova, ma è rimasto nel capoluogo ligure solo fino all’età di cinque anni. Troppo poco per ricordare bene questa città, come ha detto lui stesso in varie interviste. Ma Genova ha voluto celebrare il centenario dalla sua nascita attraverso una mostra, la prima a lui dedicata, per rendere giustamente omaggio a un gigante del Novecento, amatissimo dal pubblico.
Intitolata proprio “Vittorio Gassman”, l’esposizione, che chiude domenica 18 settembre, è curata da Alessandro Nicosia – il guru delle mostre legate ai personaggi dello spettacolo in Italia-, Diletta d’Andrea, ultima moglie dell’attore e Alessandro Gassmann, il figlio.
Tanti i materiali privati, curiosità e oggetti personali che, inseriti nelle teche di vetro, fanno scoprire un Gassman inedito, molto diverso da quello che appariva sul palco o nelle pellicole cinematografiche. Un papà affettuoso, capace, tra i molteplici impegni lavorativi, di scrivere una letterina al figlio Jacopo, il più piccino, ma anche un uomo dalla grande creatività, abile nel formulare progetti culturali importanti da proporre a politici e imprenditori che per fortuna non hanno mai sottovalutato le sue proposte.
Gassman quindi non solo attore del Il sorpasso o di Brancaleone, ma maestro, innovatore dotato di una cultura smisurata, capace di inventarsi quel Teatro Viaggiante Italiano di ben 3000 posti, realizzato con le aziende Spinelli e Burigo che hanno fornito le gradinate, eccellente tanto sul versante drammatico quanto nella commedia, quando era sul palcoscenico, ma al contempo eccellente manager fuori le scene. La mostra ne esalta ogni sua sfaccettatura, illustrando la sua carriera eclettica in grado di spaziare tra cinema, teatro, tv, poesia e rapporti imprenditoriali. Rendendo possibile il miracolo di cui sono capaci solo i grandi: coniugare la cultura alta con il popolo.
“Il nostro è un mestiere anomalo, contagioso, che non può essere separato dalla vita. Siamo gente che vende l’anima a ore” riporta una scritta sulla parete nera del Sottoportico, ricordando a tutti in cosa consiste il lavoro dell’attore dal suo punto di vista.
La sua vita non comprendeva solo il palcoscenico o il set. Quella di Gassman è stata una vita costellata di amori (quale donna infatti poteva non cadere ai suoi piedi?), vissuta al massimo come nel film Il sorpasso e che il grande Vittorio ha vissuto appieno tra gioie e dolori che lo hanno visto arrivare alla fine troppo stanco e disilluso.
Attraversando i corridoi e le stanze della mostra si è immersi in un tutt’uno con lui. I costumi delle sue messe in scena sono lì presenti come fantasmi e la sua voce è ovunque. Purtroppo non sempre ben distribuita: si accavallano suoni forti come l’ossessionante ripetersi di quel maledetto clacson che dispensa la filosofia spicciola del protagonista de Il sorpasso. Accanto al video che trasmette a loop le scene più famose del film di Dino Risi sono esposte le foto dell’ultima scena. Bellissima e intensa quella che lo ritrae col volto ferito mentre osserva la macchina andata giù con quell’amico occasionale di un ferragosto particolare. L’immagine perfetta di Vittorio Gassman. In quello sguardo si coglie, comprende e compatisce (intendendo il verbo “compatire” nel significato latino cum-patire, ovvero sentire insieme) la profondità delle contraddizioni che animano non solo il personaggio del film, ma l’uomo. Quell’uomo bellissimo e seducente che dietro quel sorriso sfacciato portava in sè un insieme di complessità squisitamente umane, che il filosofo danese Søren Kierkegaard aveva ben racchiuso nella figura di Don Giovanni.
La mostra si avvale dei preziosi filmati provenienti dall’Archivio Storico Luce e dal Centro Sperimentale di Cinematografia. Senza di essi nulla sarebbe stato possibile.
Vittorio Gassman. Il Centenario
07 Lug 2022 – 18 Set 2022
palazzoducale.genova.it