I film di settembre da non perdere, dai gialli d’autore ai titoli della Mostra del Cinema di Venezia
>> Maigret (Patrice Leconte): Patrice Leconte, regista di Tango e L’uomo del treno, dirige Depardieu nei panni di Maigret. Il film è tratto dal romanzo di Georges Simenon Maigret e la giovane morta (Maigret et la jeune morte). Un magistrale giallo dalle atmosfere malinconiche e old-fashioned, già un classico moderno.
>> L’immensità (Emanuele Crialese): presentato in Concorso a Venezia, il nuovo film di Crialese (assente dal grande schermo dai tempi di Terraferma, 2011) è un ritratto di famiglia in cerca di identità. La piccola protagonista, Adriana (avatar del regista) deve fare i conti con la propria identità di genere e capire chi è realmente. Per il regista, un coming out cinematografico dai toni nostalgici. Con Penélope Cruz.
>> Il Signore delle formiche (Gianni Amelio): in Italia l’omosessualità non è mai stata un reato, ma all’occorrenza gli uomini sanno essere più furbi delle loro stesse leggi. Quella raccontata da Amelio (Così ridevano, La tenerezza) è la storia vera di Aldo Braibanti, denunciato (poi processato e condannato) per plagio dalla famiglia del suo compagno, Giovanni Sanfratello. Con Luigi Lo Cascio, Elio Germano.
>> Watcher (Chloe Okuno): Una nuova casa, bella e gelida, in un paese straniero, la Romania. La protagonista dell’esordio alla regia di Chloe Okuno si sente spaesata, sola e… Osservata. Un vicino la spia o sarà paranoica? Ottimo thriller psicologico dalle atmosfere tese e inquietanti. Un piccolo film in cui tutto è al posto giusto, e al momento giusto. Con Maika Monroe (Greta) e Karl Glusman (Love).
>> Margini (Niccolò Falsetti): già collaboratore dei Manetti Bros., Falsetti mette in scena la storia di un gruppo punk di Grosseto, stanchi di suonare tra sagre e feste dell’Unità, hanno finalmente l’opportunità di andare a Bologna per aprire il concerto di una famosa band hardcore americana. Ovviamente andrà tutto storto… Ottima commedia agrodolce, in Italia non se ne vedono tante. Presentato alla Settimana della Critica di Venezia.
>> Crimes of the future (David Cronenberg): il manifesto cinematografico di Cronenberg, meditabondo, forse manierista. La storia dei performer che asportano organi umani, nuovi e cresciti per motivi sconosciuti, apre più domande di quante risposte riesca (voglia?!) dare. Un cinema che sottolinea l’urgenza di tracciare nuove traiettorie nelle mappe per l’esplorazione dei nuovi significati che il corpo (umano e disumano) andrà a assumere nel futuro prossimo. Con Viggo Mortensen, Léa Seydoux e Kristen Stewart. Qui la recensione.
>> Love life (Kôji Fukada): dopo aver perso il figlio in un tragico incidente, Taeko decide di prendersi cura del padre biologico del bambino, che non sentiva da anni, rimettendo in discussione sé stessa e la propria famiglia. Una storia tragica ma piena di luce, che non cede mai il passo al melodramma, affrontando perdita e dolore con uno sguardo riservato e pieno di compassata dignità. Presentato in Concorso a Venezia.
>> NOPE (Jordan Peele): un allevatore di cavalli in crisi, una minaccia misteriosa dal cielo, la lotta alla sopravvivenza che diventa uno spettacolo. Il regista di Get Out e US, per il suo terzo attesissimo film, vira su un blockbuster più avventuroso dei precedenti, non rinunciando alle atmosfere horror che l’hanno reso famoso, con citazioni e metafore a lui tanto care. Stavolta però prevale un intrattenimento alla Spielberg che rende il film più godibile.