Print Friendly and PDF

Videoarte e dipinti olandesi del XVII secolo. La Kramlich Collection in mostra a Utrecht

Marina Abramović, Art Must Be Beautiful, Artist Must Be Beautiful, 1975 © Marina Abramović Marina Abramović, Art Must Be Beautiful, Artist Must Be Beautiful, 1975 © Marina Abramović
Gerard van Honthorst, De koppelaarster, 1625 © Centraal Museum Utrecht Ernst Moritz
Gerard van Honthorst, De koppelaarster, 1625 © Centraal Museum Utrecht Ernst Moritz
I capolavori contemporanei della Kramlich Collection in mostra insieme alle opere centrali del Centraal Museum di Utrecht. La Videoarte incontra i dipinti olandesi del 17° secolo in quella che è la prima grande esposizione della Collezione in Europa. Dall’8 ottobre 2022 al 15 gennaio 2023. Segnando la prima esposizione significativa della collezione in Europa, Double Act esplora temi sociali universali abbinando i punti salienti del patrimonio museale di dipinti olandesi del 17° secolo con opere multimediali di artisti contemporanei di tutto il mondo

Si intitola Double Act e riunisce due grandi collezioni: le opere di Videoarte della Kramlich Collection e i dipinti olandesi del 17° secolo del Centraal Museum di Utrecht. Le opere di artisti contemporanei come Bill Viola, Marina Abramović, Bruce Nauman e Steve McQueen incontrano i dipinti di Hendrick Goltzius, Paulus, Johannes Moreelse e Dirck van Baburen. Dunque l’arte come immaginazione e creatività, al di là del mezzo con cui viene espressa.

Double Act evidenzia infatti le affinità formali nella produzione di immagini, a prescindere dal luogo e dal tempo in cui sono state realizzate. Tra queste la manipolazione della luce, gli effetti di stasi e movimento. Ma anche l’aspetto contenutistico: come l’impatto dell’imperialismo e della guerra e del desiderio di emancipazione.

Tra i punti salienti della mostra, l’iconica performance di Marina Abramović, Art must be beautiful, Artist must be beautiful (1975), in cui l’artista si spazzola i capelli in modo aggressivo mentre ripete le frasi del titolo dell’opera. Il lavoro è presentato insieme ai lussureggianti ritratti di donne olandesi realizzati da Van Honthorst e Van Bronckhorst. Ora timide, ora voluttuose, ora seducenti. Ne risulta un contrasto tra l’impronta che lo sguardo femminile ha dato all’art e la critica drammatica di Abramovic.

Un altro interessante abbinamento è quello che accosta l’installazione video di Richard Mosse L’enclave (2013), accanto al dipinto di Hendrik ter Brugghen Marte addormentato (1629). L’installazione di Mosse si compone di sei proiezioni di soldati: in attesa, ma pronti per il combattimento. Un modo di sottolineare la condizione di costante e straziante minaccia dettata dalla guerra. In modo simile, il dipinto di Brugghen raffigura il dio della guerra nelle vesti di un soldato olandese addormentato, con una mano che stringe la spada in via preventiva. Una rappresentazione allegorica del fugace periodo di pace durante la Guerra degli ottant’anni tra Paesi Bassi e Spagna. La guerra può risvegliarsi in qualsiasi momento.

Altre importanti opere in mostra dalla Collezione Kramlich includono Raw Material – Ok, Ok, Ok (1990) di Bruce Nauman; La traversata (1996) di Bill Viola; Returning A Sound (2004) di Allora e Calzadilla; e Appena sopra la mia testa (1996) e L’albero dei linciaggi (2013) di Steve McQueen. A queste opere si aggiunge un’importante installazione Expecting (2001 – 2004) di Pipilotti Rist dalla collezione del Centraal Museum,  come le opere di Roelant Saverij e Jan van Scorel, oltre a due ulteriori opere del XVII secolo dipinte da Hendrick ter Brugghen in prestito dal Rijksmuseum.

Marina Abramović, Art Must Be Beautiful, Artist Must Be Beautiful, 1975 © Marina Abramović
Marina Abramović, Art Must Be Beautiful, Artist Must Be Beautiful, 1975 © Marina Abramović
Hendrick ter Brugghen_Sleeping Mars, oil on panel, 1629
Hendrick ter Brugghen_Sleeping Mars, oil on panel, 1629
Richard Mosse, The Enclave, 2013

Commenta con Facebook