La Maschera del Tempo è un’opera audiovideo creata dal digital artist Mattia Casalegno e dal compositore Maurizio Martusciello (aka Martux_m) e ha come protagonista il Teatro Verde dell’Isola di San Giorgio. La struttura è stata oggetto di importanti restauri e ora è al centro di progetti di valorizzazione attraverso l’arte contemporanea. L’opera è online sul sito della Fondazione dall’8 ottobre 2022.
La Fondazione Cini di Venezia è un luogo senza tempo. E per questo li contiene tutti. Fondata nel 1951, ha sede nell’antica abbazia benedettina inaugurata nel dell’Isola di San Giorgio a Venezia. Nei suoi chiostri si respira un’atmosfera riflessiva e stimolante, volta a un’espressione totale dello spirito umano. Al suo interno sono conservati tesori letterari, artistici, musicali e archivistici. Si tengono corsi di alta cultura ed eventi dei più disparati. Ci sono centri di ricerca che applicano le tecnologie più avanzate all’impegno umanistico. Un luogo eletto per la ricerca della verità e la diffusione della conoscenza.
Ospita due biblioteche vastissime e archivi di ogni tipo; nel suo giardino hanno trovato spazio definitivo le Vatican Chapels (che ospitavano il padiglione della Santa Sede alla 16. Mostra Internazionale di Architettura) e il Labirinto di Borges. Nel vecchio refettorio si può ammirare un facsimile de Le Nozze di Cana del Veronese. Commissionata dai monaci benedettini dell’Abbazia nel 1562 e in seguito sottratta da Napoleone, l’opera (in mostra al Louvre, proprio dietro la Gioconda) è stata riprodotta da un team di restauratori in collaborazione con Factum Foundation.
Ed è proprio un altro progetto condiviso con Factum che ha dato il via alla prima opera d’arte digitale prodotta dalla Fondazione. Si chiama La Maschera del Tempo ed è un lavoro audiovisivo realizzato da Mattia Casalegno e Martux_m. Il video trae ispirazione e si concentra su un altro luogo unico che abita la Fondazione: il Teatro Verde.
Definito da Audrey Hepburn il “teatro più bello del mondo“, la struttura ha riaperto la scorsa primavera alle visite. Un luogo denso di storia e di storie, a cui i due artisti hanno attinto per realizzare un’opera che unisce Intelligenza Artificiale, sound design e animazione 3D. Oltre, ovviamente, al vasto materiale d’archivio messo a disposizione dalla Fondazione Cini. Factum, come anticipato, ha partecipato realizzando una rilevazione fotogrammetrica 3D del sito tramite droni. Gli artisti se ne sono serviti per creare un’ambientazione virtuale che partisse dal dato reale per poi distaccarsene completamente.
Il risultato è un racconto immaginifico che prende vita tra la Storia, gli Spettacoli, il Presente e il Futuro del Teatro Verde. In particolare la vicenda si dipana in un futuro dove la presenza umana è scomparsa, la natura si è ripresa i suoi spazi in un fiorire di foreste e vegetazione incontrollata. Lì in mezzo l’antico Teatro Verde.
In questo scenario il ricordo dell’uomo è rappresentato dagli oggetti che ha lasciato dietro di sé. Così la prospettiva che nel video muove l’esplorazione scende nei meandri del Teatro, laddove oggi si trovano i camerini. Un luogo sotterraneo dal fascino misterioso, che nell’opera assume i contorni di un reperto archeologico che ne contiene tanti altri. I costumi di scena, le scenografie, i trucchi: tutti i reperti e le memorie di un’umanità scomparsa si ripresentato trasfigurati in un’estetica post-apocalittica, che unisce templi, santuari e palazzi nascosti a macchinari tecnologici futuristi.
Le rovine di un’epoca passata e le conquiste di un tempo che ancora non è venuto si uniscono in un racconto che parla al presente. Alla sua capacità di sintesi e alla sua forza immaginativa. Il ritmo elettronico della componente sonora conduce l’esplorazione fuori dai sotterranei del teatro e la porta sul suo palco, di forma esagonale, dal sapore mistico ed esoterico. Forse è anche per questo che assistiamo qui al culmine dello slancio immaginifico.
Sulle tribune del teatro compaiono delle figure misteriose, i cui raffinati costumi sono stati disegnati da Amin Farah del TheBlackLabStudio, che paiono esigere il loro spettacolo. L’eco delle storie che il Teatro ha vissuto e raccontano ancora ridonda in un mondo che non appartiene più all’uomo, ma ancora non ha esaurito il carico dirompente delle vicende che qui sono state rappresentate. Storie immortali, come quella del Minotauro, che alla fine del video vediamo librarsi in aria accompagnato da un mantello e poi ricadere dolcemente a terra. Forse per l’ennesima ultima messa in scena.