Nell’asta serale di Phillips a Londra (14 ottobre) spiccano due lavori iconici di Alberto Burri e Salvatore Scarpitta, opere che raccontano le atrocità della guerra che hanno lasciato il segno su entrambi gli artisti
Nonostante questo autunno i riflettori siano puntati tutti su Parigi grazie alla nuova fiera Paris+ par Art Basel al Grand Palais Éphémère dal 20 al 23 ottobre, Londra non perde comunque il suo appeal e attira collezionisti e appassionati grazie a un’altra importante fiera, Frieze (12-16 ottobre), e tutti gli appuntamenti nati intorno ad essa. Insieme alle regine Christie’s e Sotheby’s, anche Phillips piazza i suoi cataloghi di arte moderna e contemporanea nelle giornate del 13 e 14 ottobre.
Sulla scia dei record raggiunti per le artiste emergenti, la vendita serale del 14 ottobre presenta una selezione di opere di artiste ultra-contemporanee tra cui Austyn Weiner, Rebecca Ness, Michaela Yearwood-Dan e Anna Weyant. Ma non mancheranno anche i capolavori del dopoguerra italiano: sugli scudi Alberto Burri e l’artista italo-americano Salvatore Scarpitta, insieme ai top lot di Mark Bradford, Cecily Brown, Elizabeth Peyton, Yayoi Kusama e Mickalene Thomas.
Alberto Burri
Stima 3- 4 milioni l’iconico “Sacco e Rosso” di Alberto Burri, esempio determinante della pratica iconoclasta dell’artista italiano e simbolo della sperimentazione radicale dell’arte europea del dopoguerra. Lo stesso Burri diceva “Le parole non significano niente per me: parlano intorno al dipinto. Quello che voglio esprimere appare nel dipinto“.
L’opera vanta anche un “pedigree” eccezionale: un tempo era conservata nella collezione personale del famoso storico dell’arte ed esperto di Burri Cesare Brandi. Ora si trova nella stessa collezione da oltre 30 anni ed è una delle sole 15 opere esistenti di questa serie (una delle quali è conservata nella collezione permanente della Tate Gallery di Londra).
Scrivono in catalogo gli esperti di Phillips: “Combinando semplicità compositiva e forza emotiva, “Sacco e Rosso” parla liricamente della poesia che risiede negli oggetti di uso quotidiano, soprattutto se combinata con modalità di astrazione più espressive che iniziano a prendere forma contemporaneamente”.
Profondamente legati sia alle esperienze dell’artista come medico durante la seconda guerra mondiale, sia al suo internamento in un campo di prigionia americano nel 1943, i “Sacchi” cuciti, strappati e bruciati di Burri si trasformano sotto la mano dell’artista in potenti metafore corporee che ancora risuonano oggi e visceralmente sentiti nel loro immediato contesto postbellico.
Proseguono gli esperti della maison: “Sacco e Rosso” richiama immediatamente alla mente la teatralità del capolavoro di Caravaggio “L’incredulità di San Tommaso”, dove guardare da soli non basta a suscitare sentimento ed empatia. Come ha suggerito Emily Braun, mentre la scena di Caravaggio “rappresenta una narrazione tattile”, “Sacco e Rosso” obbliga “lo spettatore a sondare le lacerazioni, le cui profondità sono accentuate dalle effettive ombre proiettate”.
Quota invece £900,000 – 1,200,000 la grande tela di Salvatore Scarpitta “Red Freight”. Eseguito nel 1961, è un raro esempio degli iconici dipinti avvolti tridimensionali dell’artista italo-americano (le cosiddette “tele bendate”) che gli hanno portato fama internazionale. Lo stesso titolo (un richiamo ai treni merci utilizzati dai Nazisti) possiede una vicinanza visiva al corpo ferito e sottolinea l’impatto degli eventi della seconda guerra mondiale sullo sviluppo artistico di Scarpitta.
Ha detto lo stesso artista: “Ho iniziato a strappare i dipinti a olio, la tela che era diventata per me un nemico assoluto. Era una necessità legata alla mia esperienza umana; la guerra mi aveva cambiato, la paura e la voglia di vendetta, dovevo correre il rischio di lasciare impronte. Volevo entrare in contatto con la natura nascosta e più difficile delle cose“. Scarpitta infatti ha vissuto la guerra in Italia, era stato arruolato come “Monuments Man”, incaricato cioè di identificare, recuperare e catalogare l’arte saccheggiata dai nazisti.
Come Burri, le tele avvolte e fasciate di Scarpitta parlano di un interesse fondamentale per la matericità dell’opera d’arte, “Red Freight” in particolare si avvicina alla corporeità dei Sacchi di Burri. Però, a differenza dei lavori di Burri che sono concentrati sulla ferita della tela, Scarpitta ha visto questo gesto di ricoprirla di bende da un punto di vista “riparativo”, per lei le tele erano “come cicatrici da fasciare”. L’artista Willem de Kooning aveva esplicato bene questa differenza tra i due titani dell’arte con questa frase detta a Scarpitta: “Burri fa ferite, ma tu le guarisci!”
Anche nella day sale del 13 ottobre non mancheranno molti altri artisti italiani, tra cui Carol Rama (“Untitled”, £6,000 – 8,000), Carlo Rea (“Spore Verde Chiaro”, £30,000 – 40,000), Arnaldo Pomodoro (“Sfera”, £300,000 – 400,000), Dadamaino (“Volume”, £30,000 – 50,000), Francesco Clemente (“Passion Play I”, £40,000 – 60,000), Jannis Kounellis (“Untitled”, £80,000 – 120,000) e l’italiano naturalizzato statunitense Arturo di Modica con la scultura che lo ha reso noto ai più: “Charging Bull” (£60,000 – 80,000).
Olivia Thornton, Head of 20th Century & Contemporary Art, Europe, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di presentare le nostre aste che avranno luogo durante la London Frieze Week. Si tratta di una settimana molto importante nel panorama artistico mondiale, in cui Londra si riempie di collezionisti e della migliore arte contemporanea e del 20° secolo rintracciabile a livello mondiale”.