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1978-2022: una mostra di carta per raccontare il rapporto tra la donna e il linguaggio. Bolzano celebra Mirella Bentivoglio

Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022. Ph. JUERGEN EHEIM

La Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano, ospita fino al 3 giugno 2023 la mostra Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022, a cura di Cristiana Perrella, Andrea Viliani e Vittoria Pavesi. Un reenactment di una mostra storica del 1978 ideata da Mirella Bentivoglio per la Biennale di Venezia.

Una mostra di carta in un museo di pietra, scavato nella roccia. Un appuntamento tutto al femminile, tra immagine, scrittura e poesia. Un universo di lettere, parole, simboli, concentrato in un’ampia sala della Fondazione Dalle Nogare. Qui, si compie il viaggio attorno a un episodio singolare della storia dell’arte: la mostra curata da Mirella Bentivoglio per la XXXVIII Biennale di Venezia, dal titolo Materializzazione del Linguaggio. Era il 1978. La Bentivoglio, nella doppia veste di curatrice e artista, riuscì nell’intenzione di riunire più di un’ottantina di artiste italiane e non, giovani o appartenenti alle avanguardie storiche, tutte accomunate dalla ricerca espressiva tra arte e linguaggio, tra immagini e parole. Negli anni Settanta, in un generale clima di contestazione, Mirella Bentivoglio punta il faro sul femminile. Intesse una fitta rete di relazioni con centinaia di artiste, del cui lavoro si fa mediatrice.

Allora le condizioni erano ostili alla realizzazione del progetto di Mirella Bentivoglio, poco tempo, scarse risorse economiche. Eppure, riuscì in un’impresa che ne segnò il percorso da studiosa, iniziato quasi un decennio prima. Già dal 1969, infatti, la Bentivoglio indaga la scena artistica femminile che censisce in mostre con cadenza annuale. Materializzazione del linguaggio del 1978 segna il momento più alto di questa ricerca, proponendosi come racconto del rapporto fra la donna e il linguaggio. Nel titolo, l’intenzione di Mirella Bentivoglio è di riunire nella radice “mater” il duplice significato di femminilità e materia. Si chiarisce così il senso primo dei suoi studi: per Mirella la parola è donna, è la madre a insegnare ai figli a parlare. E poi, il linguaggio è materia, sia esso corpo o scrittura.

Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022. Ph. JUERGEN EHEIM

Oggi, Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022 – esponendo anche opere di artiste al tempo non presentate a Venezia – riscopre le eventuali potenzialità che la mostra avrebbe potuto avere se si fosse svolta nel pieno delle sue possibilità. Così, non solo ripropone filologicamente quella della XXXVIII Biennale, ma apre a ulteriori riflessioni, sull’eccezionale figura di Mirella Bentivoglio (1922-2017) e sulla straordinaria possibilità che la ricerca verbo-visuale è stata per tante donne. Uno spazio libero in cui inventare nuovi alfabeti, un foglio bianco su cui tessere, battere a macchina, recitare filastrocche e comporre poesie. 

Cascate di lettere, testi illeggibili, ideogrammi scomposti, lettere e libri scultura compongono l’immaginario poetico di Betty Danon, Tomaso Binga, Irma Blank, Ilse Garnier, Maria Lai e tutte le altre compagne. Ciò che conta è il potenziale espressivo del linguaggio, la visualizzazione dell’elemento linguistico, che viene frammentato, ricomposto, reiventato. Le donne, attraverso la ricerca verbo-visuale e un linguaggio non normato, decidono cosa e come comunicare, in reazione a un mondo patriarcale. E allora anche il corpo femminile, non più oggetto da occultare, riconquista la sua forza facendosi scrittura.
Mirella Bentivoglio diceva:

Siamo chiusi dentro i limiti della comunicazione verbale. La poesia è questo: riuscire a dire tante cose diverse che creino un significato aperto

Così il celebre logo della Coca-cola – in Il cuore della consumatrice ubbidiente – diventa un cuore che accoglie la parola oca. Un ironico espediente per comporre un contromessaggio, ciò che interessa realmente al poeta. Svuotate del loro significato le parole si inseriscono in una nuova forma di scrittura asemantica, la quale recupera e rielabora la lezione delle avanguardie storiche, futurismo e dadaismo. Slittamenti di senso sono il risultato di un nuovo modo di intendere la parola scritta, il cui significato è veicolato dalla forma e dalla composizione in cui essa è inserita. È questa poesia concreta.

“Bussate ai sogni e vi sarà aperto”. Sono parole di Mirella Bentivoglio, che raccontano di una donna ambiziosa, che ha saputo affrontare un sistema prevalentemente maschile e imporre all’attenzione della critica un mondo tutto al femminile, pronto a lottare con le armi della poesia e ancora prima della parola e delle lettere. Evocativa, in questo senso, Tomaso Binga che conclude così i versi di una sua poesia: “Io sono una carta, un cartoncino, una cartuccia / E va sparata / Boom!”.

 

Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022. Ph. JUERGEN EHEIM
Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022. Ph. JUERGEN EHEIM

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