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Terre aride, prati fioriti e oniriche farfalle vivono nelle tele di Vera Portatadino, a Bologna

Vera Portatadino, Find a Ticket, Win the Lottery, 2018, 18 x 24 cm

Dopo la collettiva Tetraedro (2021), con la mostra Something Filled Up My Heart With Nothing Vera Portatadino inaugura la sua prima personale alla OTTO Gallery di Bologna, visitabile dal 22 ottobre 2022 al 21 gennaio 2023.

Citando nel titolo il brano “Wake Up” della band canadese Arcade Fire, Vera suggerisce l’atmosfera disincantata che permea la sua opera più recente, ricca di riflessioni e preoccupazione ecologiche. Considerando i concetti di figurazione e astrazione come categorie inefficaci applicate al suo lavoro, Vera Portatadino situa la sua pratica nell’ambito dell’anti-narrazione. I suoi dipinti evocano invece di illustrare, suggeriscono invece di spiegare, permettendo alla grammatica della pittura di diventare essa stessa oggetto di studio.

Vera Portatadino, L’Umanità non rimarrà per sempre legata alla Terra, 2018, oil and acrylic on plywood, 24 x 30 cm

“Nelle sue tele si incontrano numerosi simboli derivanti da iconografie antiche e archetipiche, la rosa ardente, il fiore dell’Apocalisse, il fuoco della rivelazione; Vera non usa i simboli in quanto tali, piuttosto s’imbatte in loro in maniera spontanea“. (Sofia Silva)

La mostra si snoda tra tele e tavole che suscitano domande sul nostro rapporto con il tempo, con la natura e la vita contemplativa. Terre aride, prati fioriti e campiture colorate sono abitati da fiamme, elementi botanici e organici, con cui si relazionano mani e altre fattezze umane, indicando, curando o distruggendo.

La ricerca teorica dell’artista si fonda sui concetti di bellezza, piacere e caducità, e sull’ossessione per il marginale, che esiste a prescindere dalla scena principale.

Vera Portatadino, Ticking Away, 2017, olio su lino, 18 x 24 cm, photo by Cosimo Filippini

L’odierna opera pittorica di Vera Portatadino si regge su una paratassi che definisco “bizantina”. Ogni quadro è una tabula che a livello immaginifico può essere sostituita dall’area di un rudimentale telaio da tessitura. Gli strati di pittura, ovvero i fili della composizione, sono tirati uno ad uno da Vera, alcuni in senso longitudinale, altri in senso trasversale, proprio come nell’imbastimento di trama e ordito. Quella che sembra solo una parentesi tecnica, in realtà è consustanziale all’opera di vera, perché la sua è un’opera semplice, paratattica appunto, ricca di dettagli ma priva di mistificazioni” (dal testo Prima Vera Nuova di Sofia Silva).

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