La Maria Stuarda di Schiller arriva al Teatro Ivo Chiesa di Genova il 18 ottobre per la regia di Davide Livermore. Le attrici Elibetta Pozzi e Laura Marinoni si alterneranno nei ruoli delle due regine, la scozzese Maria Stuarda e sua cugina Elisabetta d’Inghilterra
Il regista Davide Livermore ha presentato alla Camera di Commercio di Genova la sua Maria Stuarda che debutterà al Teatro Ivo Chiesa di Genova il 18 ottobre.
Prima di parlare dello spettacolo, Livermore ha evidenziato che si trova a contatto con maestranze straordinarie, quelle del Teatro Nazionale di Genova: “Sette attori/attrici che sono dei compagni di gioco meravigliosi” ed ha proseguito spiegando il suo lavoro che cerca sempre di tener conto del valore del testo e la sua regia che si impegna a rispettare l’aspetto storico, inserendolo però nella nostra contemporaneità.
La grandezza dei testi secondo il regista torinese è quella di unire il piacere di credere alle storie raccontate con la poesia. Spesso occorre fare dei tagli per rendere sostenibile produttivamente uno spettacolo, ecco perché in questa Maria Stuarda i 25 personaggi di Schiller sono ridotti a 7, ma “questi sette attori sono davvero dei Supereroi!”: dovranno sostenere più ruoli con abilità e disinvoltura.
In questo viaggio all’interno della femminilità si dipana la storia di due donne importanti. Un rapporto donna – potere che peraltro abbraccia tutto il teatro. Nella Stuarda di Schiller si affronta il tema del destino, ma anche quello della libertà negata. A Schiller preme che il contrasto non sia solo tra due regine, ma anche e soprattutto tra due donne. La condanna che ne deriva non è determinata solo dalla prudenza politica, ma anche e soprattutto dalla gelosia e dalla vanità offesa. I diciotto anni di carcere della Stuarda, il lungo processo non sono oggetto diretto del dramma, sono presenti solo nella consapevolezza e nel ricordo, e conferiscono verità all’immagine dell’eroina. Così Schiller la vedeva nell’ultimo stadio del suo destino. Maria alla fine ha come uno slancio mistico verso l’accettazione totale del proprio destino. E’ come un’eroina dell’età barocca.
Queste due donne, apparentemente rivali, sono in fondo la stessa persona, con la stessa fragilità che è quella degli uomini. Una fragilità che appartiene anche agli attori, come sottolinea Livermore. Questo essere le facce di una stessa medaglia viene messo in luce dalla scelta registica di far interpretare ambedue le parti alle due protagoniste, Elibetta Pozzi e Laura Marinoni. Ma come può essere risolvibile questo concretamente in scena? Sarà una piuma lanciata per aria durante il prologo a decidere se quella sera a interpretare Elisabetta sarà la Marinoni o la Pozzi e viceversa. Decisione presa forse inizialmente per non fare torto a nessuna delle due prime donne, ma che poi è diventato quasi un “gioco perverso”, o meglio una sfida le cui vittime sono le due attrici che per l’occasione hanno dovuto imparare a memoria il doppio ruolo. Una roulette russa anche per lo spettatore che comprato il biglietto non saprà fino all’ultimo chi vestirà la parte di Maria Stuarda e chi di Elisabetta I. Chi sarà destinata a regnare e chi a perire.
“Una sfida che è diventata una magnifica ossessione – ha detto Laura Marinoni – In questo modo ci troviamo ad avere ancora due ritratti incompiuti che forse dobbiamo ancora trovare o che non troveremo mai. Non si tratta solo di un difficile lavoro di memoria, ma soprattutto un difficile percorso di identificazione nel personaggio”.
“Siamo sette attori e, grazie a questa nuova esperienza, ci siamo legati in un momento indimenticabile molto diverso da ogni altro provato nella nostra carriera, in cui c’è anche un forte rapporto con la musica che ci accarezza. Siamo un gruppo molto unito all’interno di un’esperienza indubbiamente toccante” ha aggiunto Elisabetta Pozzi.
La traduzione dell’opera di Schiller è stata affidata a Carlo Sciaccaluga, una versione dal linguaggio contemporaneo ma allo stesso tempo il più aderente possibile alla musicalità del blankvers originario. Ad arricchire lo spettacolo i costumi firmati Dolce & Gabbana. Lo spettacolo sarà in scena a Genova fino al 31 ottobre, poi andrà in tournée fino al 26 febbraio.