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Terra! A Milano i quadri-scultura in cera e paraffina di Stefano Cescon

Terzo appuntamento con il ciclo Materiabilia, promosso da CRAMUM e Gaggenau. É lo showroom di quest’ultimo a ospitare Terra!, personale dedicata a Stefano Cescon e ai suoi quadri-scultura in cera e paraffina.

Marcel Proust, riguardo a Cristoforo Colombo, diceva: “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi“. La scoperta di una nuova materia (la cera d’api) e della scultura sono stati i nuovi occhi di Stefano Cescon, che dalla pittura informale e materica degli esordi è giunto oggi a lavori che abitano a cavallo tra pittura e scultura.

Sono questi i protagonisti di Terra!, terzo appuntamento del ciclo Materiabilia promosso da Gaggenau e CRAMUM. La mostra, curata da Sabino Maria Frassà, è la prima personale a Milano del vincitore dell’ottava edizione del Premio Cramum. Grazie alla tecnica che unisce cera e paraffina, Cescon realizza quadri-scultura che si proiettano nello spazio e offrono all’osservatore l’illusione di trovarsi di fronte a vere e proprie concrezioni minerarie.

Come le sedimentazioni calcaree e marmoree, anche le opere di Cescon «sono frutto di un processo chimico che non permette mai di prevedere un effetto estetico preciso: diverse dinamiche portano a ottenere relazioni e ritmi differenti, dando vita a lavori che trovano ogni volta il modo di rinnovarsi, sfuggendo e offrendo un compromesso alle premesse stabilite dall’artista. Così che l’opera finale è caratterizzata, ad esempio, da inattesi collassi di colore tra uno strato e l’altro. L’arte di Stefano Cescon appare in questo senso un’incessante ricerca di equilibrio tra tecnica ed estro creativo, controllo e imprevedibilità», scrive Sabino Maria Frassà.

Grazie a tale tecnica (e approccio) Cescon è riuscito a «liberarsi delle etichette e delle distinzioni tra ambiti artistici (pittura e scultura, bi-tridimensionalità) unendo il passato (la cera) con il presente (la paraffina derivante dagli idrocarburi)».

La sua ricerca pare dunque perfettamente inserita in Materiabilia, ciclo di mostre con cui Gaggenau e CRAMUM raccontano la materia che si fa meraviglia attraverso il genio umano.

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