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Prime impressioni e prime vendite da Paris+ par Art Basel

Installation view, Hauser & Wirth at Paris+ par Art Basel 2022. Courtesy the artists / estates and Hauser & Wirth. Photo: Fabrice Gousset. Installation view, Hauser & Wirth at Paris+ par Art Basel 2022. Courtesy the artists / estates and Hauser & Wirth. Photo: Fabrice Gousset.
Installation view, Hauser & Wirth at Paris+ par Art Basel 2022. Courtesy the artists / estates and Hauser & Wirth. Photo: Fabrice Gousset.
Installation view, Hauser & Wirth at Paris+ par Art Basel 2022. Courtesy the artists / estates and Hauser & Wirth. Photo: Fabrice Gousset.
Tutte le grandi gallerie sono già soddisfatte delle vendite conseguite. Non ci poteva essere notizia migliore per Paris+ par Art Basel, che il 20 ottobre ha dato il via alla sua prima edizione.

La fiera più attesa dell’anno apre finalmente le sue porte e i cancelli del Grand Palais Éphémère hanno subito visto sfilare i big player del mondo artistico. Con i grandi collezionisti internazionali – Maja Hoffmann, Alain Servais, Xavier Niel, Patrizia Sandretto re Rebaudengo, per citarne alcuni – che hanno immediatamente raggiunto gli stand delle gallerie blue chip: tutte presenti, da Hauser & Wirth a Thaddaeus Ropac. Tutti assicurano che a Parigi l’aria è cambiata.

Art Basel era chiamata a incantare dopo la controversa manovra con cui aveva spodestato Fiac, la storica fiera parigina, e si era presa il posto di evento leader della Ville Lumiere. Al momento, l’impressione è che ci sia riuscita. Il livello dei collezionisti è estremamente elevato: maggiori in numero e in qualità. L’atmosfera, certamente alimentata anche dalla novità, è elettrica. Tutto il mondo dell’arte è confluito in fiera e questo scalda ulteriormente l’ambiente. Il mix di realtà potenti ed emergenti, sia a livello di gallerie che di artisti, è perfettamente bilanciato. La mancanza di restrizioni ha favorito gli spostamenti e la Brexit ha portato l’intera città di Parigi a riscoprirsi potenziale capitale europea dell’arte. Anche se Londra, come del resto preventivato, non sta mollando la presa.

Ma, al di là di suggestioni e glamour, quel che conta in fiera sono le vendite. Dunque vediamo come stanno andando.

Joan Mitchell, Border (1989). Photo courtesy David Zwirner Gallery.
Joan Mitchell, Border (1989). Photo courtesy David Zwirner Gallery.

Hauser & Wirth è partita forte vendendo almeno nove opere: tra cui The Dream (2022) di George Condo per $ 2,65 milioni, Bruise Paintings Sanctuary di Rashid Johnson (2022) per $ 1 milione e Free Fall (2022) di Avery Singer per $ 800.000. David Zwirner ha annunciato vendite per un valore di 11 milioni di dollari. A spiccare sono stati Border (1989) di Joan Mitchell, venduto per 4,5 milioni di dollari; Untitled (1963) di Robert Ryman per 3 milioni di dollari e Bouhouche (2007) di Luc Tuymans per 1,35 milioni di dollari.

Lelong e Gagosian si sono detti soddisfatti. Sadie Coles ha venduto un dipinto di Alex Da Corte per $ 100.000, un’opera di Jonathan Lyndon Chase per $ 55.000 e due opere su larga scala di Alvaro Barrington per $ 150.000 ciascuno. Perrotin ha venduto un’opera di Tavares Strachan per $ 150.000, un’opera di Emma Webster per $ 100.000 e un’opera di Susumu Kamijo per $ 130.000.

Ma il risultato più incredibile arriva dalla sezione delle Gallerie Emergenti: alla Seventeen Gallery, che stava presentando uno stand personale di Patrick Goddard, è bastata una sola mattina per vendere tutte le opere.

Tra i prezzi più preziosi in fiera ci sono un Matisse e un Picasso. Entrambi proposti da Acquavella. Entrambi con un prezzo che si aggira intorno ai 45 milioni di dollari.

Patrick Goddard, High Street (2022). Photo courtesy of the artist and Seventeen gallery.
Patrick Goddard, High Street (2022). Photo courtesy of the artist and Seventeen gallery.
Pablo Picasso da Acquavella Galleries
Pablo Picasso da Acquavella Galleries
Henri Matisse da Acquavella Galleries

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