Nell’arco di poche ore sono state annunciate due scoperte molto particolari. La prima, molto significativa – pertinente alla via Salaria Vetus – a Piazza Pitagora nel quartiere Parioli. La seconda, con dei resti ossei rinvenuti a ridosso del Foro di Nerva, rappresenta invece un piccolo giallo da risolvere!
Le ultime due scoperte
Come si dice in questi casi “Roma non finisce mai di stupire”. Ovvio che nella città che rappresenta un unicum al mondo – e che ha sepolto sotto di sé quello che probabilmente è il più grande museo archeologico al mondo – aspettarsi dei ritrovamenti nel corso delle indagini preventive della Soprintendenza non è così difficile da immaginare. Ma i ritrovamenti degli ultimi anni, hanno offerto ulteriori tasselli in grado di accrescere la nostra conoscenza della sua storia millenaria. E queste due scoperte, annunciate nell’arco di poche ore una dall’altra, seppur molto diverse tra loro, sono entrambe molto particolari. Una rappresenta una scoperta archeologica significativa, l’altra un piccolo giallo da risolvere.
Una strada basolata forse pertinente alla via Salaria Vetus
Un tratto di strada basolata – verosimilmente pertinente alla via Salaria Vetus – e una tomba di età romana, sono venute alla luce a Piazza Pitagora (nel quartiere Parioli). Il ritrovamento è avvenuto durante le indagini archeologiche condotte sotto la direzione della Soprintendenza Speciale di Roma nell’ambito dei lavori per la realizzazione della nuova linea in cavo interrato Nomentana-Villa Borghese.
Gli scavi – sotto la direzione scientifica di Fabrizio Santi – sono ancora in corso di svolgimento e finalizzati alla corretta individuazione dei reperti antichi e alla loro tutela. É lui a spiegare il motivo per il quale si tratta di un ritrovamento di grande rilievo:
«Gli studiosi moderni hanno a lungo dibattuto sul percorso della Salaria Vetus: c’è chi ipotizza che, costeggiando la collina dei Parioli in direzione della via Flamina, proseguisse fino al Tevere – ha spiegato l’archeologo della Soprintendenza Speciale di Roma – altri invece ritengono che, all’altezza dell’attuale viale Rossini, all’incrocio con via de Cavalieri, piegasse verso l’antico centro latino di 𝐴𝑛𝑡𝑒𝑚𝑛æ, l’attuale Monte Antenne. Questo rinvenimento è importante proprio perché ci aiuta a gettare luce sul tracciato di questa via romana» ha poi concluso.
Il giallo dei resti ossei
L’altra scoperta è avvenuta a ridosso del muro in blocchi del Foro di Nerva. In questo caso si tratta di un piccolo “giallo” che gli archeologi sperano di risolvere quanto prima. In un interro databile in via preliminare al tardo XVI secolo, sono riaffiorati i resti ossei di un individuo, adulto e di sesso maschile.
Le ossa e il cranio non erano “in giacitura primaria” (secondo l’espressione tecnica), non erano cioè adagiate su un piano di deposizione. Come scrivono oggi gli archeologi sulla pagina facebook dei Mercati di Traiano: «Dalle prime analisi sembra che le ossa di questo individuo siano state raccolte (nel vero senso della parola!) e poi rigettate a ridosso del muro del Foro di Nerva, nell’area del cortile che tra XVI e XVIII secolo si trovava sotto la Torre dei Conti».
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