Dopo più di 100 anni tornano al Museo Nazionale d’Abruzzo (Munda) quattro dei sedici scomparti che formavano il ciclo narrativo dedicato a Sant’Eustachio, realizzati nel 1380 dal Maestro di Campo di Giove
Scomparse all’inizio del secolo scorso, le tavolette erano arrivate in asta e poi passate in diverse collezioni private. Nel 2017 passarono di nuovo in asta, da Lempertz. E la vendita fu sospesa. Poi andarono nuovamente all’incanto nel 2019. La casa d’aste di Colonia si era attivata per far tornare le tavolette in Italia: l’operazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra la maison e il Ministero della cultura e le Istituzioni italiane che si sono adoperate per finalizzare il processo di vendita trovando una soluzione che potesse tutelare allo stesso tempo sia la proprietà sia il patrimonio culturale italiano.
Ora saranno ora sottoposte a restauro e torneranno presto ad essere esposte al pubblico nel Museo Nazionale d’Abruzzo.
Questi quattro pannelli con scene della vita di Sant’Eustachio provengono da una pala d’altare dedicata a questo santo. Facevano parte di un’elaborata pala d’altare pieghevole situata nella Chiesa di Sant’Eustachio a Campo di Giove in Abruzzo. L’altare comprendeva due serie di otto scene dipinte della vita del santo affiancate da una scultura lignea che lo raffigurava. Nonostante i pezzi siano stati separati, la pala d’altare perduta è rimasta fondamentale per la comprensione dell’iconografia di Sant’Eustachio in Italia.
Queste quattro scene della vita di Sant’Eustachio (Tempera su tavola. Ciascuno 40 x 32 cm) raffigurano:
1. Eustachio si separò dalla moglie dopo essere arrivato in Egitto
2. L’imperatore Traiano concede a Eustachio il controllo delle sue truppe
3. Eustachio guida le truppe in guerra
4. Eustachio ritrova sua moglie nel suo accampamento
La storia delle Tavolette del Maestro di Campo di Giove
Il 6 ottobre 1902, gli sportelli dipinti e raffiguranti il ciclo narrativo dedicato alle vicende di Sant’Eustachio furono rubati in circostanze piuttosto nebulose. Vennero processati, senza esito, Don Carmine Isacco, Parroco di Campo di Giove dal 1 gennaio del 1900 al marzo 1902 e il sagrestano Ferdinando d’Arcangelo. In tempi recenti le 16 tavolette sono state rintracciante in diverse collezioni private e pubbliche e in alcuni casi – come quello del Grand Art Museum GRAM del Michigan –restituite al Museo Nazionale d’Abruzzo. Se per lo stato italiano si trattava di opere trafugate, per il diritto internazionale le opere erano di legittima proprietà del cliente mandatario e già segnalate in alcune collezioni tedesche a partire dal secondo decennio del secolo scorso. Quattro delle tavolette furono offerte in asta nel 1931 passando successivamente in diverse collezioni private europee. Quando nel 2017 furono proposte in asta da Lempertz le opere non passarono inosservate alla soprintendenza ABAP dell’Abruzzo, che ne richiese la restituzione. A causa dei numerosi passaggi di proprietà, nonché della prescrizione temporale del caso, la richiesta di restituzione non poteva essere accettata, ma la casa d’aste si sentiva in dovere di favorire il ritorno in Italia delle opere. Le tavolette vennero in seguito riproposte in asta nel 2019 e furono aggiudicate “con riserva” per 198,400 euro consapevoli dell’interesse da parte dello stato italiano, al quale venne poi confermato un acquisto in prelazione. La vendita così è stata sospesa per procedere a una trattativa privata con lo Stato italiano, procedura che avrebbe tutelato il legittimo proprietario, compensandolo economicamente.
«Una storia avvolta dal mistero ma allo stesso tempo a lieto fine, quella delle tavolette del Maestro di Campo di Giove, frutto della collaborazione tra mercato internazionale e istituzioni che auspichiamo possa svilupparsi in maniera sempre più strutturata» ha dichiarato da Lempertz Isabel Apiarius-Hanstein.