Un capolavoro di Sir Peter Paul Rubens guida la Sotheby’s Master’s Week Auctions, in programma per il gennaio 2023 a New York. Si tratta di Salomè con la testa di San Giovanni Battista, la cui stima è di 25-35 milioni di dollari.
10 gioielli barocchi brillano da Sotheby’s. Non sono gemme preziose, ma probabilmente valgono molto di più. Sono i dipinti di alcuni dei maggiori artisti del ‘600, eccezionalmente proposti all’asta. Guercino, Bernardo Cavallino, Valentin de Boulogne, Orazio Gentileschi e soprattutto di Sir Peter Paul Rubens. É suo infatti il prezzo più pregiato della Collezione di Fisch Davidson, protagonista della Sotheby’s Master’s Week Auctions, in programma per il gennaio 2023 a New York.
Si tratta di Salomè con la testa di San Giovanni Battista. Dipinta nello stesso periodo della Strage degli Innocenti (che nel 2002 segnò il record di opera Old Master più cara mai venduta), la tela si credeva perduta ed è stata ritrovata solo nel 1998. Datato intorno al 1609, il dipinto risale al periodo in cui Rubens fece ritorno nelle Fiandre dopo il soggiorno in Italia. Un periodo particolarmente florido per l’artista, che provò a reinterpretare la lezione classica appresa in Italia, soprattutto quella assimilata dall’osservazione dei capolavori di Michelangelo.
Nell’arco di appena tre anni dipinge infatti alcuni dei suoi capolavori. Salita e discesa dalla Croce, per la Cattedrale di Anversa, Belgio; Sansone e Dalila, oggi alla National Gallery di Londra; la Strage degli Innocenti, oggi alla Art Gallery of Ontario a Toronto e, appunto, Salomè con la testa di San Giovanni Battista. Quest’ultima è l’unica ad essere ancora in mani private. Il suo contenuto racconta della forza (e anche della pericolosità) che le donne potenti sono in grado di scatenare.
Il tema scelto era già di tendenza all’epoca, soprattutto nell’ottica di una valorizzazione del femminile, strada battuta poco tempo dopo da Artemisia Gentileschi. Tanto che lo stesso Rubens lo riprenderà in quello che è forse il suo capolavoro: Sansone e Dalila, come detto oggi esposto alla National Gallery di Londra. A ben guardare, sia Dalila che Salomè indossano lo stesso abito di raso rosso e il mantello giallo. Entrambe, grazie all’astuzia, riescono ad avere la meglio sulle controparti maschili. Nello stesso museo inglese, nel 2000, è andato in prestito proprio Salomè con la testa di San Giovanni Battista. E vi è ritornato poi nel 2005-2006 in occasione della mostra Rubens: A Master in the Making. Ed era esposto, non a caso, al fianco di Sansone e Dalila.
In particolare, il dipinto raffigura l’istante successivo alla decapitazione di San Giovanni Battista. L’occasione è la festa di nozze di re Erode ed Erodiade, madre di Salomè. Erode, incantato dalla danza della nuova figlioccia, le promette di esaudire qualsiasi suo desiderio. A farne le spese è San Giovanni Battista, che recentemente aveva condannato l’unione di Erodiade con il cognato Erode. Salomè scegli infatti di vendicare l’accusa di incesto chiedendo al nuovo genitore la testa del Santo. Rubens immortala, come detto, il momento successivo all’esecuzione. Il boia sta rinfoderando la spada; Salomè rimprovera la testa mozzata, appena poggiata su un vassoio; la serva le tira la lingua, come a ricordare la ragione della sua morte; il corpo di Giovanni è steso a terra, privo della vita e del capo, schiacciato dal piede del boia; sullo sfondo una figura femminile manifesta con lo sguardo l’orrore provocato dalla scena raccapricciante; una figura maschile, dall’altra parte, conserva invece la compostezza.
Quanto al suo storico in asta, l’opera vanta un’apparizione nel 1998, quando fu venduto a 5.5 milioni di dollari segnando un record per l’epoca. Ora si ripresenta con la stima di 25-35 milioni. Un bel salto in avanti che si giustifica con la rarità che rappresenta oggi un quadro di Rubens all’asta, soprattutto di questo tipo. Sono infatti solo tre i dipinti dell’artista raffiguranti una scena biblica a essere mai passati all’incanto. Le altre due, ovviamente, sono tra i dipinti Old Master più cari di sempre. Salomè con la testa di San Giovanni Battista, inoltre, pare essere l’unico dei tre ad essere indirizzato a un mecenate privato e non religioso. Anche se, a dire il vero, poco si sa della commissione per il dipinto. Dal 1666 al 1700 è documentato negli inventari reali spagnoli. Un dato compatibile con i buonissimi rapporti intercorsi tra Rubens e la Spagna.
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