Open Studio al Castello di Santa Severa. Una grande occasione che consente di visitare gratuitamente gli studi degli artisti ucraini nell’incantevole cornice del Castello “baciato dal mare”
Open studio degli artisti ucraini al Castello di Santa Severa
Grazie al programma Artbonus, dal 2017 il Castello di Santa Severa – uno dei luoghi più suggestivi del territorio laziale posto lungo la costa tirrenica a nord di Roma – ha iniziato un nuovo percorso culturale e artistico con una serie di iniziative attraverso le quali ha raggiunto un pubblico sempre più vasto.
Oltre alle numerose iniziative in programma per il weekend, il castello “baciato dal mare” offre ai propri visitatori un’occasione rara e preziosa. Sabato 29 e domenica 30 ottobre infatti, sarà possibile visitare gli studi ospitati nel Castello di alcuni artisti ucraini ospitati nel complesso monumentale della Regione Lazio nell’ambito di un progetto di residenza a cura della Quadriennale di Roma.
Il progetto “Et in Arcadia Ego” a cura della Quadriennale di Roma
“Et in Arcadia ego”, questo il titolo del progetto della residenza per artisti ucraini in dialogo con artisti italiani – a cura della Quadriennale di Roma – che proseguirà per altri due mesi in Sardegna che rientra in un ampio progetto elaborato su invito del Ministero della Cultura. Un sostegno concreto dunque, che abbraccia un progetto di alto profilo culturale. Il titolo è tratto dal dipinto del Guercino dove un teschio ricorda l’esistenza della morte anche nei luoghi idilliaci come può essere il Castello di Santa Severa.
Come abbiamo accennato, un’occasione unica per visitare gli studi allestiti all’interno del Castello. Dove questi giovani artisti hanno elaborato in forma creativa lo spaesamento di una nuova “normalità”. Una sorta di cortocircuito tra le opere che in varie forme rimandano alla guerra in Ucraina e il luccichio del mare che si intravede dalle finestre in un contesto di gioia e bellezza.
Seppur con diverse tecniche e forme espressive, tutti gli artisti non hanno banalizzato le proprie creazioni artistiche in una narrativa del male della guerra ma le hanno proiettate in qualcosa di più alto ed evocativo. L’orrore dei bombardamenti è diventato uno strumento – potente e drammatico – ma non il fine della loro ricerca espressiva. Due curatrici ucraine, Valeriia Pliekhotko e Sofia Yukhymova, e Gaia Bobò – curatrice in residenza alla Quadriennale di Roma – sono coinvolte nel progetto per dare struttura al percorso e alla sua narrazione.
Gli artisti ucraini
Sasha Roshen e Nastya Dytso
Sasha Roshen e Nastya Dytso sono marito e moglie. La metafora della fragilità delle loro vita di giovane coppia che stava per costruire il proprio futuro prima dei bombardamenti, riecheggia nel video che li riprende intenti a costruire una casa di sabbia in riva al mare. Sasha (Kharkiv, 1996 – vive e lavora a Kyiv) è pittore e disegnatore. Oltre a rievocare gli aiuti al suo Paese con una sorta di rete, ha rappresentato il tridente ucraino – collegato alla scrittura della parola Libertà – con le tre dita della mano. Con questo gesto infatti, le migliaia di manifestanti ucraini si erano espressi a favore dell’indipendenza nel centro di Kiev nel 1991. C’è poi la riflessione sul ” sacco di emergenza”. Ovvero, sulla drammatica scelta di cosa portare nel piccolo bagaglio prima dell’evacuazione da un bombardamento.
Nastya invece presenta “Perla“, un progetto fotografico che affronta più temi, attraverso dei corpi sommersi nel mare accovacciati in posizione fetale. Una posizione che da un lato rappresenta la protezione istintiva delle persone nei rifugi durante i bombardamenti, dall’altro il senso di spaesamento di trovarsi nel luogo dei propri sogni ma in un sentimento di lutto e disperazione. Da lontano i corpi sembrano delle perle, che si formano attraverso il passaggio di un corpo estraneo nel guscio, metafora dell’invasione russa in Ucraina.
Dariia Chechushkova
Dariia Chechushkova (Odessa, 1999 – vive e lavora a Odessa) è un’artista concettuale che lavora principalmente con scultura, ricamo e pittura. “Ritrovare in ogni villaggio, anche in un castello, la conchiglia originaria”. Con questa citazione di Bachelard, Dariia gioca sulle diverse traduzioni della parola Shells (conchiglie, munizioni), Shelter (cannonnegiamento) e shelter (riparo). Un video rappresenta un gioco solitario dell’artista vestita da lepre con la sua ombra mentre una coperta e un’installazione di vari materiali (pizzo, sabbia nera, sculture) rappresentano il suo mondo interiore. Che si può “sbirciare” anche attraverso i suoi quaderni d’artista, ricchi di spunti e riflessioni, che i visitatori sono invitati a leggere.
Mykola Ridnyi
Mykola Ridnyi (Kharkiv, 1985 – vive e lavora a Kiev), artista e curatore, è particolarmente legato ai media del video e della scultura site specific. Nel suo progetto presenta una riflessione nata nel 2018 a proposito dell’emergere di partiti e delle organizzazioni politiche di destra in Europa. La sua riflessione porta all’attenzione del pubblico non solo il cambiamento dei simboli dei vari partiti, come una sorta di “merchandising” della politica ma anche una raffinata rappresentazione simbolica del chewing gum. Tipico della leggerezza giovanile, la gomma da masticare può solidificarsi in qualcosa di estremamente duraturo. Una metafora di come un gesto istintivo di rifiuto può trasformarsi col tempo in qualcosa di rilevante. Ecco dunque che nel progetto ‘Affrontando il muro‘ il chewing gum posto sui cartelloni nelle strade con la lettera Z – ampiamente utilizzata dall’esercito russo ma con un’origine ben diversa dall’uso che ne viene fatto durante questa guerra – sullo sfondo oscuro ideato dall’artista, diventa un manifesto politico nelle strade di Roma.
Danylo Galkin
Danylo Galkin (Dnipro, 1985 – vive e lavora a Uzhhorod), si concentra invece sui media dell’installazione e della scultura, con interessanti esiti anche nella grafica e nella pittura. Con “Protesi ottiche” prosegue il suo progetto che ricerca oggetti di design industriale dell’era sovietica. Ma dopo l’invasione russa in Ucraina la sua ricerca ha assunto un altro senso. In questo caso la sua attenzione si sofferma sulle vetrate di ospedali, stazioni dei pompieri e altri luoghi pubblici. annerite a causa delle onde d’urto dei bombardamenti. Trasferendo frammenti di pannelli di vetro colorato su tela, Danylo attribuisce loro un nuovo significato nell’ottica di una museificazione della loro memoria.
Kyrylo Karalyus
Kyrylo Karalyus (nato nel 1996 in Ucraina) è un attivista per i diritti degli animali e un ricercatore degli sviluppi metamoderni nell’arte e nella politica contemporanea. Il suo progetto riflette l’impreparazione della società moderna ai tempi della cyber propaganda e della disinformazione.
Gli artisti italiani in dialogo con quelli ucraini
Molto interessante anche il dialogo tra gli artisti italiani che nei due mesi della tappa laziale hanno condiviso il loro percorso di crescita con quelli ucraini.
Caterina Morigi
L’artista visiva Caterina Morigi (Ravenna, 1991 – vive e lavora a Bologna)si è basata sui racconti degli artisti ucraini sulle pietre e le conchiglie bucate cariche di una superstizione positiva legata all’esprimere un desiderio, per creare un’installazione. Dove i vari oggetti forati dal mare sono connessi tra loro da vari fili. Ogni filo crea una relazione, quasi una metafora dello spazio che tutti gli artisti hanno condiviso insieme. Una piccola parte della ricerca che l’artista sta portando avanti sulle conchiglie che si basa anche su studi scientifici.
Edoardo Aruta
Sempre i racconti sulle conchiglie o i “semi diavoli del fiume” (da noi conosciuti come ‘artiglio del diavolo’) hanno ispirato alcuni calchi e altri lavori di Edoardo Aruta (Roma, 1981 – vive e lavora a Venezia). Oltre che con i colleghi in residenza, l’artista ha anche interagito con l’ambiente che circonda il castello e che testimoniano la sua stratificazione storica, lavorando con il cemento – che punta all’immortalità – e gli scarti di cibo.
La seconda tappa della residenza
La seconda parte della residenza si svolgerà presso l’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari e vedrà realizzati dei workshop creativi presso la biblioteca dello IED. La presenza della Quadriennale in Sardegna intende evidenziare il ruolo di un’istituzione nazionale nel partecipare a un rafforzamento della presenza del contemporaneo.
Informazioni
Castello di Santa Severa, SS1 Via Aurelia, Km 52,600
Open Studio: Sabato 29 e domenica 30 ottobre 2022, ore 10.00 – 19.00
Ingresso gratuito
Da sinistra: Kyrylo Karalyus | Danylo_Halkin | Mykola_Ridnyi | Caterina Morigi | Dariia Chechushkova | Edoardo Aruta | Sasha Roshen | Anastasiia Dytso