I primi awards del cinema italiano, e internazionale, dedicati alle donne che hanno scelto il cinema come loro professione sono stati concepiti e realizzati da Aimara Garlaschelli e da Ilaria Branca e promossi dalla Società Umanitaria di Milano
Nel 1929 Virginia Wolf in Una stanza tutta per sé si era posta il problema della rappresentazione delle donne nella letteratura, e di come l’uomo fosse l’unità di misura di ogni grandezza. Dalla letteratura al cinema il passo è stato breve. Un comitato fondatore, formato da sole donne di cui fanno parte Ilaria Branca di Romanico, Luisa Comencini, Silvia De Laude, Aimara Garlaschelli, Gaia Guarducci, Irene Magrelli, Jole Milanesi, Marzia Oggiano, Maria Elena Polidoro si sono prefisse di raccontare la presenza delle donne nel cinema, dando loro visibilità e sottolineandone i meriti e aprendo un accesso alle risorse, più equo e redistribuito, tra professioniste e professionisti.
Così la prima edizione di AL FEMMINILE, presentata a Milano nei chiostri quattrocenteschi della Società Umanitaria e nel Salone degli Affreschi, ha assegnato alla regista e sceneggiatrice francese Céline Sciamma per Petite Maman, il Premio Presidente Società Umanitaria di 5mila euro e con lei sono state premiate CG Entertainment e Teodora Film, le case di distribuzione che insieme a MUBI hanno portato il film in Italia.
Grande risalto anche al Premio Ilaria Branca di Romanico dedicato alle sceneggiatrici. A decretare la vincita ad Alice Manzati per Marea selezionata tra cinque finaliste è stata un’altra giuria con Donatella Finocchiaro, Alina Marazzi, Virginia Valsecchi, Luca Bigazzi, Francesca Marciano, Consuelo Catucci, Paola Bizzarri, Fabio Ferzetti, Emanuele Trevi Per Ilaria Branca: “Il primo obiettivo raggiunto è stato aver dato alle ragazze finaliste, non solo alla vincitrice, una bellissima opportunità di misurarsi con la propria scrittura e con il mondo del cinema; di averle aiutate dando loro la possibilità di lavorare per tre mesi con un proprio editor e, poi, di essere lette da una giuria autorevole. Ora, insieme a loro, cerchiamo di portare questo lavoro tra gli addetti ai lavori e di fare network. E per la prossima edizione pensiamo di migliorare, ancora, e di stringere nuove alleanze e amicizie”.
Per Alice Manzati alla quale è stato assegnato il premio di 5 mila euro è una soddisfazione a tutto tondo e un’iniziativa che guarda con saggezza al presente e al futuro.
“In un mondo in cui essere donne (soprattutto se giovani) spesso è visto come un ostacolo, premi come questo riescono davvero ad invertire la rotta, dimostrando quanto potenziale esista nell’universo creativo femminile. Anche andando oltre allo stereotipo delle “donne, che raccontano le donne, per le donne”. Le storie raccontate da me e dalle altre sceneggiatrici finaliste sono infatti universali e potenti. Ed è grazie a questo premio se sono riuscite ad emergere e ad essere ascoltate”.
Vorrei spendere due parole anche per tutto il comitato organizzativo, ampiamente femminile: sono riuscite a creare un’atmosfera meravigliosa, di confronto e condivisione davvero molto rara. La stessa scelta di mettere a disposizione di ognuna di noi finaliste un editor che ci potesse aiutare nella stesura finale della sceneggiatura è indice di questa volontà di condividere un’idea artistica, di aiutarla a venire alla luce e non di esprimere solo un mero giudizio su un prodotto. è la lungimiranza di questo premio a colpire e a dare speranza per un futuro più inclusivo… e più femminile”. Marea è ispirato a una storia vera di appartenenza e di esclusione. Come ne esistono tante nelle nostre periferie, dove indifferenza e pregiudizi diventano una forza invisibile.
E la domanda che ha generato questa storia è: Che destino hanno le persone che non hanno nessun destino?
Ma AL FEMMINILE non si può considerare solo un’idea vincente e un premio pensato per le donne talentuose del mondo del cinema. A dimostrarlo, la mail corale mandata alle organizzatrici da Gloria Allegrucci, Chiara Centioni, Maddalena Licciardi, Alice Manzati e Giovanna Volpi, le cinque sceneggiatrici arrivate in finale che da subito hanno deciso di fare squadra: “Vi scriviamo in modo collettivo in primo luogo per ringraziarvi di tutto: grazie per ciò che avete fatto per noi e grazie soprattutto perché questo vostro progetto è dirompente e rivoluzionario e siamo onorate e fiere di averne fatto parte. Abbiamo creato un gruppo whatsapp tra di noi e cominciamo proprio ora a scambiarci opinioni e conoscerci, perché è nostra intenzione lavorare insieme. L’unione fa la forza!”.
Giovanna Volpi poi, puntualizza il ruolo della donne nel lavoro e il senso profondo di questa opportunità: “Le donne artiste nell’industria cinematografica (dalla sceneggiatrice alla direttrice della fotografia, alla compositrice, alla regista, alla fonica, alla tecnica, alla montatrice) sono presenti (ancora!) in una percentuale vergognosamente bassa. Eppure non mancano le donne preparate, le figure professionali in ogni ambito (…e non solo nell’industria cinematografica, purtroppo).
Questo premio è una forte luce accesa su un mondo che già esiste, è una porta spalancata su questo problema e ha una portata che va molto al di là del premio in sé: è una dichiarazione di intenti, è un passo determinato in avanti, è il bambino che proclama che il re è nudo. È bello per ciascuna delle partecipanti essere riconosciuta, ancora di più per la sceneggiatrice vincitrice cui va il plauso di tutte noi, ma siamo tutte consapevoli di aver preso parte ad un piccolo pezzo di storia. Questa iniziativa è l’avvio di un percorso che si fa strada in modo determinato ed elegante in una giungla (ancora) selvatica e necessita che sia curato e mantenuto anche in futuro”.
E Ilaria Branca anticipa ad ArtsLife: “Vogliamo aprire nuovi premi, coinvolgendo altre professionalità del cinema e dell’audiovisivo. Siamo cariche ed entusiaste, ma manteniamo ancora un po’ di suspence. Solo una piccola anticipazione: stiamo già lavorando con Mercurio cinematografica, che quest’anno ha prodotto i trailer delle finaliste, a un premio dedicato alle registe degli spot pubblicitari”.