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Libri d’autunno, ecco tutte le uscite più interessanti dell’ultimo periodo

Un autunno caldo anche dal punto di vista delle pubblicazioni, ecco tutte le uscite più interessanti dell’ultimo periodo

La vita prima dell’uomo di Margaret Atwood (Ponte alle Grazie)

Prima del Racconto dell’ancella la Atwood aveva pubblicato una serie di libri molto diversi fra loro. “La vita prima dell’uomo” è tutto concentrato sui legami e sul tradimento.

Imprigionati dai muri della propria abitazione, tre persone, nel mezzo della crisi di mezz’età, sono costrette a fare delle scelte. Elizabeth, con la sua sensualità controllata, la sua rabbia repressa, è sposata con l’uomo sbagliato e il suo ultimo amante si è suicidato. Nate, il marito gentile e indeciso, sta progettando di lasciarla per Lesje, che in realtà preferisce i dinosauri agli uomini. Non la solita Atwood anche se i “giochi di coppia” sono tipici anche della serie dell’Ancella.

 

 

La volontà di cambiare di bell hooks (Il saggiatore)

Tutti hanno bisogno di amare ed essere amati, anche gli uomini. Ma per essere in grado devono essere in grado di conoscere se stessi, e in contatto con i loro sentimenti. La scrittrice recentemente scomparsa con queste pagine arriva al cuore della questione e mostra agli uomini come esprimere il loro sentire. Secondo lei le emozioni sono una parte fondamentale di chi sono, qualunque sia la loro età, lo stato civile, l’etnia o l’orientamento sessuale, e devono cessare di essere un tabù. Con il caratteristico candore e una feroce intelligenza, affronta anche le preoccupazioni più comuni degli uomini, come la paura dell’intimità e la perdita del loro ruolo patriarcale nella società.   

 

 

 

Il mito della bellezza di Naomi Wolf (Tlon)

Che cosa rappresenta per noi, oggigiorno, la bellezza? È questa la domanda a cui cerca di rispondere Naomi Wolf con questo classico della letteratura femminista tornato in stampa grazie a Tlon. Nella società contemporanea la bellezza femminile gioca ancora un ruolo di rilievo. Attraverso il suo libro, Wolf evidenzia sistematicamente l’effetto del mito della bellezza in numerose sfere della vita: lavoro, sesso, religione, cultura, salute. Per Wolf le donne sono tenute soggiogate dal “mito” radicale di bellezza che postula obiettivi irrealistici per le donne e i loro corpi. Un mito che non è individualistico, ma piuttosto una “cospirazione culturale” per trarre profitto e mantenere intatta il patriarcato.

 

 

Le dotte puttane di Virginie Despentes (Fandango)

Il secondo romanzo di Nancy Virginie Despentes ci porta nelle atmosfere inquietanti del quartiere bohémien Croix-Rousse di Lione.

La scrittrice francese firma il suo unico giallo, e mette il lettore nella posizione di un cliente del peep-show. Lucie infatti lavora come spogliarellista e incontra un “cattivo ragazzo”, Victor, che la manipola con un’abilità perversa. La situazione peggiora quando due delle sue colleghe vengono ritrovate selvaggiamente assassinate. A Lucy per salvarsi non rimane che provare ad indagare. Amalgamando giallo, pulp e pornografia Despentes con arguzia torna a stupire il lettore.

 

 

La verità è che non ti piaci abbastanza di Marta Perego e Valeria Locati

Cosa succede se nello scoprire di non piacere (più) a qualcuno scopri di non piacerti granché? Marta Perego parte dalle sensazioni terribili scaturite dall’ennesima storia d’amore finita per compiere un viaggio a ritroso e dentro di sé. Con l’aiuto della consulenza tecnica della psicoterapeuta Valeria Locati, preziosa nel dare il suo parere clinico, analizza il ruolo dell’amore nella società contemporanea.

Tra esperienze personali, storie altrui, film, libri e serie questo libro ci guida attraverso la riscoperta del proprio sé.

 

Domani interrogo di Gaja Cenciarelli (Marsilio)

Tra il romanzo e il saggio, a partire dalla sua esperienza di insegnante in un liceo di periferia di Roma, la scrittrice ci racconta una storia in grado di svelarci molto dei retroscena scolastici.

I ragazzi della quinta liceo di Rebibbia hanno i problemi degli adolescenti ma anche quelli di chi vive in un quartiere non facile. È la Roma raccontata da Zerocalcare e non quella patinata. Avventurandosi tra le pagine emergono delle domande necessarie. In situazioni come queste e analoghe, che ruolo ha la scuola? Gli insegnanti? Gli adulti? Il libro forse non può fornire le risposte ma pone le giuste domande.

 

 

La masochista di Katja Perat  (Voland)

Non tutti sanno che lo scrittore di “Venere in pelliccia”, Leopold von Sacher-Masoch, è colui che la storia avrebbe ricordato come il primo e più famoso masochista (il termine deriva proprio dal suo nome). Questa storia parte da una sua fuga durante la vigilia di Natale del 1874 quando l’uomo lascia la sua casa austriaca a Bruck an der Mur per l’ignoto. Ricomparirà poi nelle foreste intorno a Lemberg (oggi conosciuta come Lviv) con una neonata dai capelli rossi a cui verrà dato il nome di Nadežda Moser, ma da lui chiamata anche la masochista e la bambina lupo. Il libro di Perat si presenta come il presunto memoriale dell’ex bambina masochista, ma anche come la storia di una donna immaginaria che si fa largo tra le ingombranti figure storiche dell’epoca.

 

 

I milanesi si innamorano il sabato di Gino Vignali (Solferino)

Questo libro dal titolo alla Scerbanenco ci introduce in un giallo moderno. Al centro delle vicende c’è una donna rinvenuta morta. Il macabro dettaglio è una cintura di un accappatoio attorno al collo che non pare però essere l’arma del delitto. Un sospettato misterioso, il narcotraffico e altre opzioni sparigliano le carte. L’ispettore Giovanni Armani, che sospetta non sia uno strangolamento, è chiamato ad indagare a Como, la sua città natale che temeva fosse troppo tranquilla. A fargli compagnia c’è la vice questore Costanza Confalonieri Bonnet di Rimini, già protagonista di una serie di gialli firmati Vignali.

L’autore milanese, noto al pubblico anche per essere parte del duo Gino & Michele, con una scrittura fresca e vivace stravolge le certezze del lettore ogni volta che si appresta a raggiungere una qualche verità sul caso.

 

Breve è la vita di tutto quel che arde di Stig Dagerman (Iperborea)

La folgorante carriera letteraria di Stig Dagerman fu bruscamente interrotta dalla sua tragica morte. Il poeta sensibile e segnato da alcuni traumi infantili si suicidò a 31 anni. Dagerman non ha mai pubblicato un libro di poesie, pur inviandole regolarmente a riviste e giornali, per questo ci troviamo di fronte a un’importante pubblicazione. Iperborea (che ha già pubblicato “Il serpente” ed altre sue opere) traduce per la prima volta in italiano le sue poesie. Si tratta di un’antologia che dà conto di circa dieci anni di attività poetica del poeta svedese, celebre per il suo verso cupo, il suo umanesimo dolente e il suo impegno sociale, anche se all’interno della sua produzione lirica trova spazio anche l’ironia

 

Melanconia di classe di Cynthia Cruz (Edizioni Atlantide)

Qual è il senso di malinconia espresso dalla classe lavoratrice? Come influisce il nostro background sul modo di vivere, di lavorare, di fare arte?

L’autrice prova a difendere le sue tesi in un mondo che sostiene che le classi sociali non esistono più. Cruz portando celebri esempi – da Amy Winehouse a Ian Curtis sino a Barbara Loden – racconta la vita di scrittori, registi, artisti e musicisti, analizzando la malinconia di ciascuno, dando particolare rilievo al momento in cui ognuno lascia il proprio contesto da “working class” per “diventare qualcuno”.

 

 

Un volto nella folla di Budd Shulberg (Mattioli)

Il libro di Schulberg, curato da Gian Paolo Serini, torna in libreria grazie a Mattioli, consegnandoci una critica pungente alla televisione rea di manipolare la massa. Pubblicato nel 1953, diventato poi un film di Elia Kazan, per primo ha raccontato la trasformazione politica in un grande show.

È la storia di un prigioniero dell’Arkansas che viene convertito in un breve lasso di tempo nella personalità televisiva più popolare e amata d’America. Nella vita privata si rivela però essere un personaggio sgradevole, un libertino e un opportunista che non è in grado di essere leale con nessuno. Per il pubblico, ovviamente, è più che un vip, è una divinità. L’opera di Shulberg è una fotografia sociale dell’America anni ’50 che si rivela purtroppo molto attuale.

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