Leo Ragno, Souvenir d’un amour, 2021, huile sur toile, 65 x 120 cm – Foto © Federico Tomasi
Dal 22 novembre al 23 gennaio 2023, l’Istituto Culturale Italiano, 50 rue de Varenne 75007 (Parigi), presenta la mostra collettiva À fleur de peau (A fior di pelle), a cura di Angela Ghezzi. Gli artisti presentati in mostra sono Salvatore Alessi, Marco Cornini, Daniele Galliano, Alessandra Maio, Leo Ragno e Samantha Torrisi. Al vernissage, che si terrà il 22 novembre ore 19, parteciperanno anche il direttore dell’Istituto Diego Marani, la curatrice della mostra Angela Ghezzi e gli artisti.
La curatrice Angela Ghezzi ha invitato sei artisti italiani a una riflessione sul corpo: la percezione del corpo, il suo posto di fronte alle sfide del mondo moderno e la sua interazione con la società contemporanea, ma anche il superamento della sua dimensione spirituale, che raggiunge l’estasi nell’arte. Tra dipinti, sculture e installazioni, ogni artista presentato in mostra ha fatto proprio il tema deciso e lo ha espresso attraverso il proprio linguaggio.
L’arte di Salvatore Alessi è segnata da una parte dalle sue esperienze nel campo del teatro e del cinema dall’altra dalla fascinazione che ha avuto fin da bambino davanti agli altari delle chiese. Parte da qui la grandezza, lo slancio spirituale e la luce abbagliante che emanano le sue tele dal fondo dorato o argento dove si gioca il conflitto tra il corpo e il sacro e il riflesso di tutte le contraddizioni dell’essere umano.
Daniele Galliano, Sans titre, 2019, huile sur toile, 65 x 80 cm
Marco Cornini è uno dei più riconosciuti rappresentanti della scultura figurativa italiana della sua generazione. File rouge di tutta la sua produzione artistica sono le donne e la sua materia prima la terracotta. Modella corpi nati dalla sua immaginazione per rendere omaggio alla bellezza femminile: per tale motivo sottolinea la rotondità delle forme, le curve muscolose, la morbidezza dei fianchi, e così via, Le sue donne sono libere e indipendenti, seducenti e provocatorie, libere dal peso e dalla sottomissione delle imago sociali maschili.
Daniele Galliano descrive le realtà del mondo contemporaneo attraverso il prisma del suo sguardo, della sua esperienza e sempre da un punto di vista poetico. Prende i vizi e le contraddizioni del mondo moderno e li consegna come un osservatore ai suoi contemporanei. Non c’è confine tra il suo approccio al mondo e il suo modo di vivere: si avvicina alla pittura nello stesso modo in cui pratica la meditazione e lo yoga; infondo «la pittura è una forma di meditazione», un modo di guardare intensamente qualcosa e creare le condizioni per far passare un soggetto per portarlo sulla tela.
Affascinata dalle parole, dal loro peso e dal loro significato, oltre che dal loro ruolo catartico, Alessandra Maio usa la scrittura associandola a immagini semplici : compone trame dense di frasi, dalle quali emerge, come un ricamo, l’opera finale che cristallizza le stratificazioni delle parole e del suo pensiero. L’artista evoca o supera così le sue paure, le sue ansie o i dettami imposti dalla società, ingiunzioni che sono blocchi per affermare la propria identità e trovare la propria strada. La ripetizione, elemento fondamentale del suo lavoro, è intesa come una meditazione, una riflessione, un’evoluzione, ma soprattutto come una possibilità di trasformazione.
Salvatore Alessi, Comme le Ciel, ainsi soit la Terre II, 2022, huile sur toile et feuilles d_or, 130 x 100 cm – Foto © Federico Tomasi
Nei suoi dipinti Leo Ragno rappresenta figure (bambini, ritratti di famiglia, nudi) i cui contorni si dissolvono fino a diventare nient’altro che sensazioni. Se parte dalla realtà, se ne allontana per concentrarsi sull’atto di dipingere, rapidamente, che richiede una tavolozza di colori limitata, dove molto spesso domina il rosa monocromatico. Il motivo e le grandi pennellate si fondono e non resta che un’impressione, un’immagine che conserva con le punte dei suoi pennelli.
Infine, Samantha Torrisi descrive un mondo irreale attraverso delle immagini di «non luoghi», nozione definita dall’antropologo Marc Augé : «Se un luogo può essere definito come identità, relazionale e storico, uno spazio che non può essere definito identità, né come relazionale né come storico definirà un non luogo». Non rappresenta luoghi precisi, ma idee, pezzi di natura in cui colloca l’essere umano, generalmente solo, pronto ad essere assorbito da una fitta nebbia. Distruttore del bene comune, è tempo che si allei con la natura. I suoi dipinti sereni e pacifici invitano a dirigere lo sguardo verso l’interno, a impegnarsi nella riflessione e a sospendere il tempo.
“Avere i nervi a fior di pelle. Un’espressione usata spesso nella nostra vita quotidiana che solitamente esprime uno stato d’animo inquieto. Ci proietta inizialmente in fastidiose sensazioni, emozioni, quasi intangibili, forse non interamente codificate dal nostro cervello ma che ci rendono sensibili, vulnerabili fino a farci provare delle reazioni fisiche, corporee, percepite a livello epidermico.”. Angela Ghezzi