In uno scenario bellico in continua evoluzione, sono iniziate le riprese del documentario scritto e diretto da Tiziana Lupi e Marco Spagnoli, L’arte della guerra, prodotto da Art Film Kairos e Rai Documentari.
Salvare i beni artistici nei teatri di guerra
Poco dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, il museo di Ivankiv veniva distrutto dalle fiamme insieme alla collezione di opere (in parte tratte in salvo dalla popolazione) dell’artista naïf Mariia Pryimachenko, importante esponente dell’arte tradizionale ucraina del novecento. All’epoca dei fatti, tra il 27 e il 28 febbraio 2022, le istituzioni culturali internazionali rammentavano alle autorità di Russia e Ucraina il rispetto della Convenzione dell’Aja del 1954: i beni culturali non possono diventare obiettivi militari e dev’essere fatto il possibile per proteggerli. Persino alcuni rappresentanti dell’arte russa presero le distanze dall’attacco; come il Garage Museum of Contemporary Art di Mosca che decise di sospendere le mostre fino alla risoluzione del conflitto.
Dopo più di otto mesi, decine di monumenti, chiese antiche e beni artistici di varia natura sono rimasti sotto le macerie e la mancata tutela è divenuta solo una delle conseguenze disastrose della guerra. È in questo scenario in continua evoluzione che si stanno svolgendo le riprese del documentario scritto e diretto da Tiziana Lupi e Marco Spagnoli, L’arte della guerra, prodotto da Art Film Kairos e Rai Documentari.
L’opinione dei direttori dei musei
Con la voce narrante dello storico dell’arte Paolo Coen, ordinario di storia dell’arte moderna all’Università di Teramo, Lupi e Spagnoli cuciono il racconto e raccolgono le testimonianze di numerosi direttori di musei. Fra gli italiani, Christian Greco, che dirige il Museo Egizio di Torino, nel quale alcuni restauratori ucraini stanno operando in sinergia con la restauratrice italiana Chiara Tomaini; poi Edith Gabrielli, direttrice del Vittoriano di Roma e di Palazzo Venezia, Micol Forti, direttrice della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, e l’insegnante, artista e storica dell’arte Teresa Calvano.
Fra gli ucraini, oltre alla direttrice dell’ormai distrutto museo di Ivankiv, Nadiya Biriyk, vengono intervistati Volodymyr Sheiko, direttore generale dell’Ukrainian Institute, e Igor Poshyvailo direttore del Maidan Museum, un’istituzione legata alla Rivoluzione sul Granito, la protesta degli studenti che nel 1990 diede il via al processo di separazione del paese dall’Unione Sovietica.