DURANTE IL RESTAURO Madonna col bambino e Angeli adoranti, foto Antonio Quattrone
Durante il restauro della Porta dei Cornacchini del Duomo di Firenze, è stato scoperto che il gruppo scultoreo della Madonna col Bambino e Angeli adoranti era policromo. È la prima volta che vengono ritrovate tracce così estese di colore su sculture che decorano o decoravano l’esterno del Duomo di Firenze. In precedenza erano stati individuati minuscoli segni di doratura e di colore azzurro su altre sculture della Cattedrale.
Durante il restauro della Porta dei Cornacchini del Duomo di Firenze, iniziato a settembre 2021 e terminato da pochi giorni, sono state scoperte estese tracce di colore sul gruppo scultoreo in marmo della Madonna col Bambino e Angeli adoranti, realizzato tra il 1359 e il 1360, che confermano che il gruppo scultoreo era in origine policromo.
Rimuovendo considerevoli depositi di sporco superficiale e fenomeni di degrado di varia natura, i restauratori hanno portato alla luce la preziosa decorazione damascata della veste del Bambino, priva della lama metallica oramai perduta, la pupilla dell’occhio sinistro della Vergine e, in aree circoscritte, il colore azzurro – verde dell’interno del manto della Vergine e tracce di rosso sull’esterno oltre i toni di panna-avorio della veste dell’angelo sinistro.
DOPO RESTAURO, particolare della veste del Bambino, foto Antonio Quattrone
Con ogni probabilità la Madonna col Bambino e Angeli adoranti non era l’unica delle decorazioni scultoree policrome del Duomo di Firenze, che oggi appaiono del colore bianco del marmo. Fenomeni di degrado ma anche interventi estetici e conservativi, eseguiti nei secoli precedenti, hanno contribuito alla loro perdita. Un Duomo, dunque a colori, che insieme ai marmi bianchi, verdi e rosa delle facciate esterne e ai mosaici di color rosso e oro della facciata arnolfiana Canonici doveva togliere il fiato per la bellezza.
Il restauro della Porta dei Cornacchini e del rivestimento marmoreo del lato nord della Cattedrale di Firenze, per un totale di oltre 1.000 metri quadrati, è stato commissionato e diretto dall’Opera di Santa Maria del Fiore con il contributo della Fondazione CR Firenze sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. L’intervento è stato eseguito dai restauratori della Leonardo s.r.l..
PRIMA DEL RESTAURO, Porta dei Cornacchini
Purtroppo non rimane molto della policromia della Madonna col Bambino e Angeli adoranti perché sulla maggior parte delle superfici del gruppo scultoreo è presente uno strato compatto di ossalato di colore bruno, che le indagini diagnostiche stratigrafiche hanno dimostrato essere a diretto contatto con il marmo, e sopra al quale si distingueva nettamente un altro strato costituito da depositi superficiali e da un prodotto al fluorosilicato, steso in un intervento degli anni ’50 del Novecento. Lo strato bruno è plausibilmente il prodotto finale di uno scialbo a base proteica con funzione protettiva e al contempo estetica che ha subito nel tempo un’alterazione cromatica inscurendosi. In accordo con la Soprintendenza è stato scelto di rimuovere i depositi superficiali e il prodotto a base di fluorosilicato e di lasciare lo strato bruno che è un protettivo naturale ed ha permesso di preservare il marmo della scultura che risulta in buono stato conservativo.
Per le altre sculture presenti sulla porta, che si presentavano con le caratteristiche di degrado tipiche dei materiali come il marmo bianco di Carrara esposti all’esterno, si è intervenuti con ablazione laser, impacchi localizzati di reagenti e solventi come il carbonato d’ammonio, l’uso dei biocidi per l’eliminazione della patina biologica. Un intervento specifico hanno richiesto i due leoni stilofori alla base del portale: in particolare quello di destra mancante della mascella ma anche la leonessa a sinistra priva di un orecchio, parte della mascella e delle zampe anteriori.